Somalia: riprendono gli investimenti diretti, da aiuti umanitari a fondi per lo sviluppo

di claudia
Hassan Sheikh Mohamud

di Gianfranco Belgrano

E’ stato un passaggio significativo quello fatto nei giorni scorsi dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud durante la 46esima sessione del Consiglio dei Governatori Ifad, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo. Un passaggio simbolico, in considerazione delle criticità del Paese e del palcoscenico (il Consiglio si sta svolgendo alla Fao). Ma anche concreto perché, come annunciato dal presidente dell’Ifad, Alvaro Lario, dopo tre decenni verrà rafforzato il sostegno alla Somalia e riprenderanno gli investimenti diretti nel Paese che erano sospesi da tre decenni a causa dei ritardi nel pagamento del debito accumulati dal governo di Mogadiscio. La Somalia ha infatti saldato il suo debito con l’Ifad grazie al sostegno di altri Stati membri; debito che finora, per i regolamenti interni dell’Ifad, impediva di investire nel Paese del Corno d’Africa.

In Italia già da diversi giorni, il presidente somalo è tornato a casa con un primo importante risultato. Ma la sua speranza è di veder cancellato tra pochi mesi il debito con altre istituzioni internazionali, la Banca mondiale in primo luogo, per poter riaprire in questo modo la Somalia agli investimenti e ai finanziamenti.

Sul tavolo restano però da risolvere una serie di criticità pensati. Tra queste la questione della sicurezza (shabaab) e l’insicurezza alimentare.

“Oggi la situazione di milioni di somali è straziante”, ha dichiarato Lario. “Il fatto che ben cinque stagioni di piogge siano completamente saltate ha devastato le loro vite e la loro capacità di far fronte alla situazione, ulteriormente complicata da conflitti, shock climatici, epidemie di locuste del deserto e prezzi elevati di cibo, carburante e fertilizzanti. Dobbiamo fornire assistenza umanitaria per salvare vite umane ora, ma è altrettanto importante gettare le basi oggi per garantire un futuro più luminoso”.

Il presidente dell’Ifad ha quindi sottolineato che le soluzioni esistono: “È disumano far vivere le persone passando da una crisi all’altra. Dobbiamo investire oggi in soluzioni a lungo termine, e questo significa sviluppo rurale”.

Durante la conferenza stampa, Hassan Sheikh Mohamud ha sottolineato a sua volta l’importanza del rinnovato impegno dell’Ifad: “Questo nuovo impegno è un’opportunità per permettere una rinascita della Somalia e per affrontare molte priorità legate alla sicurezza alimentare del Paese”. Il nuovo impegno dell’Ifad è, secondo il presidente somalo “l’inizio del processo di transizione dal settore umanitario a quello dello sviluppo, sta aprendo la strada e altre organizzazioni seguiranno l’esempio”.

Lario ha annunciato che l’Ifad metterà immediatamente a disposizione 11,6 milioni di dollari e mobiliterà risorse per un nuovo progetto di sviluppo agricolo da 50 milioni di dollari, che fornirà sementi, irrigazione, servizi agricoli e veterinari, piccoli prestiti di microfinanza, formazione sulle tecniche di adattamento e di climate smart agriculture per migliorare la produzione agricola e zootecnica.

Siccità in Somalia
Siccità in Somalia

Secondo la Integrated Phase Classification 5,6 milioni di somali stanno attualmente vivendo alti livelli di insicurezza alimentare, tra di essi si ritiene che 214.000 vivano una situazione catastrofica a causa di una siccità senza precedenti, mai vista da decenni. Le proiezioni indicano che ben 8,3 milioni di somali potrebbero trovarsi ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta tra aprile e giugno 2023. Il Piano di risposta umanitaria per la Somalia 2023 mira ad assistere 7,6 milioni di persone e include la possibilità di evitare la morte di circa 6,7 milioni di persone tra le più vulnerabili.

I nuovi investimenti diretti da parte dell’Ifad sono stati possibili grazie a Belgio, Germania, Italia e Svezia che hanno supportato la Somalia cancellando il suo debito. Gli arretrati hanno impedito alla Somalia di beneficiare di prestiti e sovvenzioni altamente agevolati da parte dell’Ifad dal 1991, anno in cui è iniziata la guerra civile nel Paese.

Ciononostante l’Ifad ha provveduto alla mobilitazione di prestiti e sovvenzioni per la Somalia tramite donatori, canalizzando risorse per progetti di sviluppo rurale. Dall’inizio degli anni 90, l’Ifad – si legge in una nota della stessa organizzazione – ha canalizzato più di 40 milioni di dollari e al momento sono due i progetti in corso nel Paese.

Un progetto nell’area del Puntland aiuta pastori e agropastori a riabilitare sistemi d’irrigazione, migliorare la salute del bestiame, utilizzare sistemi d’irrigazione a goccia, restaurare pascoli in degrado e utilizzare energia solare. L’Ifad fornisce inoltre un sostegno straordinario alla Somalia nell’ambito dell’Iniziativa di soccorso in caso di crisi (Crisis Relief Initative), per aiutare a mitigare l’impatto che il conflitto in Ucraina ha originato, rispondendo alle necessità urgenti di sementi, fertilizzanti, capre e pecore, irrigazione ed energie rinnovabili, riabilitazione di risorse idriche, proteggendo così i mezzi di sussistenza di circa 72.000 persone.

Condividi

Altre letture correlate: