Somalia | Al-Shabaab non è morto

di Enrico Casale
al-Shaabab

Almeno 10 persone sono state uccise in una sparatoria tra islamisti di al Shabaab e agenti di sicurezza in una prigione di massima sicurezza in Somalia. I militanti jihadisti avevano tentato di fuggire dalla prigione della capitale, Mogadiscio.

È in corso un’indagine per scoprire come i militanti abbiano ottenuto le armi. Secondo alcuni rapporti, rilanciati dall’emittente britannica Bbc, un detenuto sarebbe riuscito a disarmare un guardiano e poi un gruppo di loro ha fatto irruzione nell’armeria.

L’incidente che è avvenuto lunedì e ha messo il governo in forte imbarazzo perché la prigione, la seconda più grande in Somalia, è sorvegliata da forze d’élite.

«Non lasceremo nulla al caso – ha dichiarato ha detto Hassan Hussein Haji, ministro della Giustizia -. Il governo sta indagando su come ciò sia accaduto e chi possa essere il responsabile».

È chiaro che l’incidente, oltre a dimostrare una forza del gruppo anche nelle carceri, dimostra come i jihadisti siano ancora molto attivi sul territorio.

Al-Shabab significa «La gioventù» in arabo. È un gruppo radicale nato nel 2006 dall’ala più intransigente dell’Unione delle corti islamiche, che allora controllava Mogadiscio. Dopo essere stata respinta dalle principali città della costa somala, la formazione si è riorganizzata nell’entroterra, creando basi e imponendo la sua visione radicale dell’Islam (che si ispira al wahhabismo saudita). Dopo aver aderito ad al-Qaeda ha accettato tra le sue fila molti stranieri provenienti dai Paesi vicini, ma anche dall’Europa e dal Nord America. Attualmente si ritiene possa contare tra i sette e i novemila miliziani.

Non è certo, anche se è verosimile, che al-Shabaab abbia stretto alleanze con altri gruppi militanti in Africa, in particolare con Boko Haram in Nigeria e al-Qaeda nel Maghreb islamico, attiva nel Sahara. Ciò che è certi è che i suoi rapporti con lo Stato islamico sono tesi. Cellule di al-Shabaab si sono scontrate con i primi nuclei dell’Isis in Somalia. Di fatto cancellando la presenza di Daesh sul territorio. Partendo dalle sue basi compie periodicamente azioni sulla costa. Sono ormai migliaia le vittime dei suoi attentati a palazzi governativi, hotel, sedi periferiche dell’amministrazione pubblica.

Al-Shabab è attualmente guidata da Ahmad Umar, noto anche come Abu Ubaidah. Gli Stati Uniti hanno emesso un premio di 6 milioni di dollari (4,5 milioni di sterline) per le informazioni che potrebbero portare alla sua cattura.

(Enrico Casale)

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