Senegal, la diaspora si oppone al rinvio delle elezioni

di claudia
senegalesi al voto

 La diaspora senegalese si oppone fermamente al rinvio delle elezioni presidenziali. Lo affermano in un appello, divulgato tra l’altro da Senenews, decine di alti esponenti dei senegalesi all’estero. I firmatari, membri della società civile e della diaspora, chiedono misure necessarie per ripristinare l’ordine giuridico e costituzionale.

“È imperativo fare tutto il possibile per affermare il diritto dei cittadini senegalesi di procedere verso un calendario preciso, legale e ridefinito entro un breve periodo di tempo per elezioni inclusive, libere, trasparenti e democratiche. Taglio di Internet mobile, studenti in ferie forzate e illimitate, università chiuse o sotto assedio, trasporti pubblici interrotti, traffico stradale e ferroviario rallentato, media imbavagliati, dimissioni di ministri in successione… Cos’altro serve per non preoccupare i cittadini e guidarli porsi le domande essenziali per il futuro del Paese della Teranga noto per la sua maturità democratica e la sua leggendaria stabilità?”, si legge.

I fatti sopra citati hanno un forte impatto sull’economia del paese portando alle seguenti conseguenze: economia digitale globale bloccata: niente più trasferimenti di denaro tramite App mobile. Impatto morale per la diaspora che non può più raggiungere i social network. Futuro incerto degli studenti. I giovani, alcuni dei quali hanno già optato per il Mediterraneo, sono più disorientati. La merce e i beni essenziali non vengono consegnati al porto di destinazione. Impossibile accedere al proprio posto di lavoro in tutta tranquillità, il che incide sulla produttività a livello nazionale. Preoccupazione dei partner internazionali per la continuazione degli accordi e degli investimenti avviati. L’immagine del Senegal è degradata agli occhi della comunità internazionale.

“Inoltre, il dispiegamento delle forze dell’ordine rende più complessa una situazione già preoccupante, il che solleva interrogativi sull’esito di questa profonda crisi”, si legge nella lettera aperta.

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