Razzismo, ballerina denuncia lo Staatsballett Berlin

di Stefania Ragusa

Lo Staatsballett Berlin è uno degli ensemble più rinomati al mondo ed è il più grande corpo di ballo della Germania. Riunisce 91 ballerine e ballerini provenienti da 30 paesi diversi. Tra loro, dal 2018, c’è anche Chloé Lopes Gomes, ventinovenne francese di padre capoverdiano. A fine ottobre Lopes Gomes ha saputo che il suo contratto (in scadenza a luglio 2021) non sarebbe stato rinnovato e ha deciso di rilasciare un’intervista ad Arte TV: la sua mancata riconferma sarebbe stata solo l’ultima di una serie di vessazioni perpetrate ai suoi danni per il colore della pelle. In particolare, una delle coreografe avrebbe avuto nei suoi confronti toni molto offensivi dall’inizio e avrebbe voluto imporle un tipo di make up volto a farla apparire più chiara, per non spezzare la monocromia del Lago dei Cigni. Fino a quando allo Staatsballett c’è stato Johannes Öhman come co-direttore aristico, Lopes Gomes si sarebbe sentita supportata nel tenere testa alla coreografa. Quando questi ha lasciato improvvisamente l’ensamble, a gennaio 2020, la situazione è precipitata.

La denuncia di Lopes Gomes ha suscitato molto clamore, in Germania e altrove. Lo Staatsballett Berlin ha fatto sapere che il contratto è stato negato a causa delle carenze tecniche della ballerina, mentre il magazine di settore Ballett Journal titolava: Come una cattiva ballerina si mette in scena come vittima. Christiane Theobald, direttrice artistica ad interim, ha annunciato tuttavia che lo Staatsballett si doterà al più presto di un codice contro le discriminazioni, per scongiurare il rischio che situazioni come queste possano ripetersi.

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