Perché non tutti i migranti africani scelgono l’Europa

di claudia

Di Federico Pani

Gli africani non procedono in massa verso l’Europa: l’approdo di gran parte dei migranti subsahariani resta infatti interno al continente e gli spostamenti avvengono spesso in un Paese della stessa regione. Quali sono i flussi, le nazioni che attirano, e le ripercussioni?

L’Africa ospita attualmente il più alto numero di persone costrette a fuggire: quasi 36 milioni sulle oltre 84 milioni sono costrette alla fuga da conflitti, violenze, persecuzioni e cambiamenti climatici. Tuttavia, nonostante questo dato drammatico, gli africani non procedono in massa verso l’Europa. I dati a conferma di questa, forse un po’ scomoda affermazione, specie per alcuni membri della classe politica del Vecchio Continente, anche italiana, che sulla narrazione della “invasione” da parte dei migranti provenienti dal Continente africano hanno raccolto i loro consensi, giungono tanto dai tassi di emigrazione della regione, ovvero la percentuale di africani che lascia il proprio paese sul totale della popolazione di appartenenza, che risultano essere sostanzialmente in linea con quelli globali, quanto dal fatto che l’approdo di gran parte dei migranti, ad esempio di quelli subsahariani, resta interno al Continente.

Soltanto un terzo dei 27 milioni di emigrati che, ad esempio, al 2017 originavano dall’Africa subsahariana, una volta lasciata la propria terra si è poi stabilita in Europa, Nord America, Medio Oriente: la “fetta” più grossa dei migranti subsahariani ha infatti sì attraversato i propri confini ma soltanto per spostarsi in uno stato limitrofo, o addirittura per “fermarsi” in Africa.

Rispetto ai processi migratori del Nord Africa, quelli dell’Africa subsahariana sono dunque principalmente e anzitutto fenomeni intra-regionali.

Oltre la ricerca di migliori condizioni economiche

In Africa subsahariana, come in altre parti del mondo, vi sono marcate differenze tra i singoli Paesi in termini di opportunità economiche, di rischi politici e climatico-ambientali, nonché in termini di tendenze demografiche. Specifici percorsi migratori vengono poi replicati e stabilizzati dall’esistenza di reti di contatti che spesso facilitano e favoriscono il privilegiare, da parte dei migranti, di alcune destinazioni rispetto ad altre: si pensi, ad esempio, alla presenza di una diaspora nigeriana molto numerosa in Sudan, paese non confinante ma che comunque possiede affinità culturali rispetto ad alcune comunità nord-nigeriane.

D’altra parte, tra le preferenza dei migranti, vi è quella di approdare in quei Paesi con le economie più forti e diversificate: i corridoi migratori sono così diretti verso economie che offrono opportunità di lavoro, nei settori agricolo o minerario per chi muove dal Burkina Faso e dal Mali verso la Costa d’Avorio, ad esempio, così come dallo Zimbabwe e dal Mozambico verso il Sudafrica.

Le ripercussioni nei territori di approdo dei flussi

D’altra parte, le pressioni demografiche conducono alcune aree ai limiti della sostenibilità, intensificando i processi di urbanizzazioni, lo sfruttamento, la competizione e la frammentazione delle terre. A ciò si aggiungono le sfide connesse al cambiamento climatico, inclusa la desertificazione e il moltiplicarsi di fenomeni climatici estremi. La Banca mondiale prevede infatti che ci saranno 86 milioni di migranti per il cambiamento climatico in Africa entro il 2050. Il Global Warming, vale a dire il costante aumento della temperatura globale che sta avendo un impatto sui cambiamenti climatici, sta rendendo inabitabili alcune regioni dell’Africa, accelerando il modello di migrazione dalle zone rurali a quelle urbane, verso le metropoli africane.

Tra il 2020 e il 2030, le sette città costiere più popolose dell’Africa, come Lagos, Luanda, Dar es Salaam, Alessandria, Abidjan, Città del Capo e Casablanca, dovrebbero crescere del 40 per cento. In questi contesti, la duplice pressione demografica e l’innalzamento dei livelli del mare sulle infrastrutture urbane e agricole, unitamente all’accesso all’acqua nelle città costiere potrebbe incrementare la vulnerabilità della governance e della sicurezza interna.

Una possibile Road Map

La maggior parte delle migrazioni africane sembra dunque essere indirizzata verso i centri economici del continente: un modello che si prevede continuerà man mano che le economie regionali diventeranno più integrate. Considerando inoltre i continui forti fattori di spinta si può prevedere che questa tendenza proseguirà costantemente anche in regione del fatto che secondo l’Africa Migration Report, l’80 per cento dei migranti africani non ha interesse a lasciare la propria terra.

I flussi intra-africani, ancora relativamente poco studiati e analizzati in Occidente, meriterebbero maggiore interesse a livello politico nonché una più ampia copertura mediatica. Sarebbe auspicabile un confronto costruttivo e duraturo che coinvolga tutte le realtà in grado di fornire un contributo concreto in Europa e in Africa sulla falsariga di quanto avvenuto nel 2006 quando l’Unione Africana adottò a Banjul, in Gambia, il Quadro politico migratorio per l’Africa (MPFA), ovvero un insieme di linee guida non vincolanti destinate a supportare i governi africani e le Comunità economiche regionali nella formulazione dei propri programmi nazionali con riferimento alle politiche migratorie per l’Africa. Nazioni Unite e l’Unione europea potrebbero poi attivarsi per favorire una governance globale delle migrazioni a patto naturalmente di ricevere le dovute deleghe di competenze da parte degli Stati nazionali che dovrebbero mettere in atto politiche pubbliche coraggiose ed efficaci, basate su corridori umanitari, flussi regolamentati e accordi tra paesi di partenza e di approdo.

Bibliografia

Luigi Limone; Le migrazioni interne all’Africa: un fenomeno spesso trascurato; AMIStaDeS; 14 dicembre 2020.

https://www.google.com/amp/s/www.amistades.info/amp/le-migrazioni-interne-all-africa-un-fenomeno-spesso-trascurato

Giulio Albanese; Migrazioni africane questione di civiltà; L’Osservatore Romano; 31 marzo 2023.

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-04/quo-076/migrazioni-africane-questione-di-civilta.html

Giovanni Carbone; Le migrazioni intra-africane: un’introduzione; Ispi; 12 luglio 2019.

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/le-migrazioni-intra-africane-unintroduzione-23497

UNCTAD, Economic development in Africa. Report 2018 – Migration for structural transformation, 2018.

https://unctad.org/publication/economic-development-africa-report-2018

Nigrizia; Africa, le migrazioni nel continente; 23 dicembre 2021.

https://www.nigrizia.it/notizia/africa-le-migrazioni-nel-continente-nel-2022

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