Ombre sul petrolio senegalese

di Marco Trovato

Sospetti di corruzione per la vendita dei diritti di concessione offshore al largo delle coste del Senegal. Un affare milionario in cui sarebbero coinvolti oscuri faccendieri accusati di avere elargito tangenti. La vicenda, su cui Transparency International invita a indagare, tira in ballo anche il presidente del Senegal Macky Sall e suo fratello Aliou Sall. A Dakar montano manifestazioni di protesta

Sono necessarie inchieste internazionali su transazioni sospette che coinvolgono due importanti blocchi petroliferi al largo delle coste del Senegal: è la raccomandazione di Transparency International, ong internazionale specializzata nella lotta alla corruzione.

“Data l’apparente riluttanza delle autorità senegalesi a condurre un’indagine completa e a chiedere spiegazioni ai responsabili”, sostiene Transparency, “è essenziale che le informazioni disponibili siano prontamente esaminate dalle autorità dei Paesi con giurisdizione su questo caso: Australia, Romania, Malesia, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti”.

In un comunicato attribuito all’organizzazione, diffuso oggi da varie testate online senegalesi, si ricorda che nel 2019, indagini indipendenti dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) e della Bbc Africa Eye hanno rivelato dettagli precedentemente sconosciuti sulla vendita dei diritti di concessione del 2012 di blocchi offshore di Deep St. Louis e Deep Cayar, situati al largo della costa del Senegal.

Le rivelazioni coinvolgono l’attuale presidente del Senegal, Macky Sall, suo fratello, Aliou Sall, e il figlio dell’ex presidente, secondo la fonte.

I rapporti accusano il controverso uomo d’affari rumeno-australiano Frank Timis di aver corrotto funzionari senegalesi per ottenere l’accesso a redditizie riserve di petrolio e gas a condizioni estremamente favorevoli. Secondo gli stessi rapporti, il suo socio in affari Eddie Wong, che detiene passaporti dalla Malesia e da Singapore, avrebbe facilitato alcuni di questi collegamenti ed è venuto a rappresentare le società Timis al momento della vendita. Timis ha negato qualsiasi illecito.

La pubblicazione di questi rapporti ha portato a proteste in Senegal. In risposta alle pressioni dell’opinione pubblica, il fratello del presidente Aliou Sall si è dimesso dalla carica pubblica, ma ha respinto le affermazioni di aver ricevuto pagamenti segreti. L’indagine sul ruolo di Aliou Sall è stata archiviata nel dicembre 2020.

“I senegalesi meritano trasparenza e integrità nella gestione delle loro risorse naturali. Queste riserve di petrolio e gas hanno il potenziale per trasformare il Senegal e sollevare milioni di persone dalla povertà. Eppure sono stati venduti a un criminale condannato che avrebbe mentito ripetutamente a comunità e investitori, mentre si impegnava in affari discutibili con funzionari “, ha affermato Birahim Seck, coordinatore del Forum civile, sezione di Transparency International in Senegal.

Le rivelazioni dei giornalisti dettagliano la storia che ha portato alla vendita delle concessioni alla società statunitense Kosmos Energy e alla multinazionale britannica BP. Entrambi affermano di aver svolto un’adeguata due diligence. I documenti esaminati da Transparency International suggeriscono che queste società avrebbero dovuto sapere che stavano effettuando transazioni ad alto rischio di corruzione.

Transparency International ha fornito le informazioni disponibili alle autorità di Australia, Romania, Malesia, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti.

Condividi

Altre letture correlate: