Mali, Onu condanna il ritiro dal G5 Sahel

di claudia

I membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, riuniti ieri per un incontro periodico sulla pace e la sicurezza in Africa, hanno condannato il ritiro del Mali dalla forza regionale G5 Sahel. Hanno inoltre espresso la speranza che Bamako si assuma le proprie responsabilità e “continui il dialogo con i suoi vicini per combattere la minaccia terroristica”.

Radio France Internationale specifica che tutti i membri del Consiglio sono tornati sulla questione del ritiro del Mali dal G5 Sahel e quasi tutti hanno espresso rammarico. A nome del gruppo africano, l’ambasciatore del Ghana ha ribadito che “nessun Paese può combattere il terrorismo da solo”.

Molti membri del Consiglio affermano inoltre di attendere con ansia i risultati della valutazione strategica congiunta del G5, uno studio guidato da Mahamadou Issoufou, ex presidente del Niger. Questa valutazione è stata decisa nel dicembre 2021 alla conferenza Onu -Unione Africana e dovrebbe proporre modi per migliorare la forza G5.

Dalla medesima fonte si apprende che diversi membri hanno chiesto un rafforzamento del mandato della Missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma).

Il Mali ha annunciato nei giorni scorsi il suo ritiro dal G5 Sahel, la forza congiunta anti-jihadista che riunisce i Paesi saheliani in un’alleanza militare sostenuta dalla Francia. “Il governo della Repubblica del Mali ha deciso di ritirarsi da tutti gli organismi e le istituzioni del G5 Sahel, compresa la forza congiunta. Questa decisione sarà notificata agli Stati membri dell’organizzazione secondo la procedura prevista”, si legge in una dichiarazione della presidenza maliana diffusa domenica sera.

Una conferenza dei capi di Stato del G5 Sahel, prevista per lo scorso febbraio a Bamako, avrebbe dovuto “consacrare l’inizio della presidenza maliana del G5 Sahel”, ma questa riunione “non si è ancora tenuta”, si legge nel comunicato.

Secondo il governo maliano, “l’opposizione di alcuni Stati del G5 Sahel alla presidenza del Mali è legata alle manovre di uno Stato extraregionale che cerca disperatamente di isolare il Mali”, senza specificare il nome di questo Stato. Evidente il riferimento alla Francia, ex potenza coloniale che ha visto deteriorarsi le relazioni con Bamako a tal punto da portare alla fine della sua presenza militare nel Paese.

Dal 9 gennaio il Mali è stato colpito da una serie di sanzioni economiche e diplomatiche da parte degli Stati dell’Africa occidentale. Sanzioni motivate dall’apparente intenzione della giunta di rimanere al potere ancora per diversi anni, dopo due putsch nell’agosto 2020 e nel maggio 2021. 

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