Mali | I terroristi aprono al negoziato

di AFRICA
attacco all'hotel

L’organizzazione terroristica “Gruppo per l’affermazione dell’Islam e dei musulmani” (GSIM), noto in arabo come Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), collegata ad al-Qaeda, ha annunciato la propria disponibilità al negoziato con il governo del Mali “per porre fine al sanguinoso conflitto” in corso nel Paese africano. Lo ha reso noto lo stesso gruppo terroristico attraverso una nota citata dalla società di consulenza Menastream, che si occupa di questioni di sicurezza in Medio Oriente, Nord Africa e Sahel. L’organizzazione terroristica ha tuttavia ribadito che prenderà parte ai negoziati solo a patto che le truppe francesi lascino il Mali.

Lo scorso mese, il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita aveva incaricato l’ex capo dello Stato Dioncounda Traore di negoziare con “tutti” i gruppi armati del Mali centrale per porre fine alla guerra che attanaglia il Paese africano da otto anni, diffusasi ormai all’intero Sahel occidentale. Secondo un recente rapporto di Human Rights Watch, i gruppi armati attivi nel Paese hanno ucciso centinaia di civili nel solo Mali centrale. L’esercito maliano ha subito diverse sconfitte militari da parte dei jihadisti, che ne hanno più volte attaccato le basi, sconfinando fino in Burkina Faso e Niger.

Il Mali ha faticato a controllare la violenza da quando gli estremisti islamici legati ad al-Qaeda hanno iniziato a organizzarsi nel deserto a nord del Paese nel 2012. Le truppe francesi sono intervenute nel gennaio 2013 per liberare vaste zone del Mali dai jihadisti. Tuttavia, nonostante una continua spinta militare e un accordo di pace del 2015, i jihadisti dominano ancora aree di vaste aree del Paese, migrando dal nord alle regioni più popolate del centro. Un distaccamento antiterrorismo francese di 4.500 soldati, una missione delle Nazioni Unite di 15.000 militari e una forza regionale schierata dal G5 Sahel continuano a combattere gli estremisti nel Paese africano.

(Agi)

 

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