L’industria dei videogiochi conquista anche l’Africa

di claudia
Videogioco made in Togo

di Celine Nadler

In un continente la cui quota nel mercato globale dell’intrattenimento e dei media non supera l’1% in termini di entrate, potrebbe sembrare uno scherzo consigliare di investire nell’industria dei videogiochi in Africa. Eppure, come per le telecomunicazioni, tutto lascia pensare che lì sarà il mercato del gaming a più rapida crescita al mondo, pronto a imporsi nell’economia globale del gioco. A sostegno di quest’ipotesi, un’abbondante documentazione di categoria, che sottolinea come il comparto, nonostante un’ampia serie di problematiche da superare, possa però attingere da un capitale assai prezioso: la popolazione più giovane al mondo.

Tra le sfide alla crescita del mercato in Africa, oltre all’aumento di episodi di pirateria informatica e di possibili frodi durante il gioco e alla complessiva assenza di regolamentazione del settore, basta menzionare le difficoltà legate all’abilitazione delle transazioni in-game, visto che oltre quaranta valute diverse circolano nel continente e solo pochi mercati sono serviti da editori e distributori. Inoltre, come in molti settori, nell’ancora giovane ecosistema africano dei giochi e degli e-sport, mancano investimenti sostanziali, mentre gli sviluppatori lottano con aspetti come la promozione e il marketing, una caratteristica chiave delle versioni internazionali di giochi di successo.

Tuttavia, la forza trainante della giovane e tecnologica popolazione africana sarà determinante per lo sviluppo del settore dei videogiochi. In un rapporto incentrato sull’industria del gaming in cinque delle principali economie del continente, le società di ricerca Newzoo e Carry1st osservano che il Sudafrica possiede il maggior numero di giocatori: 24 milioni di persone, che rappresentano il 40% dei suoi abitanti. A seguire ci sono Ghana (27% degli abitanti), Nigeria (23%), Kenya (22%) ed Etiopia (13%). Tutti e cinque i mercati, inoltre, hanno espresso una netta preferenza – circa il 95% – per il gioco tramite dispositivi mobili: «tablet o meglio ancora smartphone, piuttosto che console o computer», specificano le due società di ricerca, che già nel 2020 registravano in Africa subsahariana il doppio dei giocatori rispetto al 2015, 186 milioni contro i 77 di cinque anni prima.

E se guardiamo le stime sull’economia mobile globale nel 2025 redatte dalla Gsm Association (l’associazione che rappresenta gli interessi degli operatori di rete mobile in tutto il mondo), si prefigurano per l’area subsahariana 613 milioni di abbonati alla rete internet mobile, cioè oltre 100 milioni in più rispetto al 2020; considerando che l’età media è inferiore a 20 anni (contro i 44 nell’Unione Europea), si può immaginare quale balzo in avanti possa avere il segmento dei gamer nella regione. «L’Africa è il futuro dei giochi. Grazie al massiccio afflusso di persone che si collegano online e a una popolazione giovane e dinamica, il gioco in Africa sta esplodendo. E questo vale non solo per le persone che giocano, ma anche per coloro che sono disposti a pagare», ha affermato l’amministratore delegato e co-fondatore di Carry1st, Cordel Robbin-Coker, rilevando un’elevata percentuale – fino al 43% – dei giocatori sudafricani che pagano per giocare, seguiti dai ghanesi e etiopi (33%), e da nigeriani e keniani (32%).

Fattore imprescindibile della “gamizzazione” della giovane popolazione del continente, è l’aumento della penetrazione degli smartphone e dell’accesso a internet, e un ulteriore slancio al settore dovrebbe giungere dall’avvento in diversi mercati africani del 5G, con conseguenti opportunità per gli sviluppatori locali di attingere al mercato emergente. Sudafrica, Kenya, Etiopia, Botswana, Seychelles, Nigeria, Angola, Mauritius, Tanzania, Zambia e Zimbabwe sono i Paesi africani che hanno finora lanciato reti 5G, mentre in altri, tra cui Egitto, Gabon, Ghana e Lesotho, si sta preparando il terreno.

Sui due milioni di posti di lavoro che, secondo la Banca africana dello sviluppo (AfDB), verranno creati nel continente entro il 2026 nel settore della tecnologia, gli esperti stimano che oltre centomila saranno direttamente collegati all’industria dei videogiochi, anche grazie alla crescita dei servizi: riparazione di pc e console, marketing e distribuzione, streaming e gaming professionistico. 

In termini di ricavi, nel 2021, il Sudafrica è risultato in testa per entrate totali annuali da videogioco (290 milioni di dollari), davanti alla Nigeria (185 milioni), al Ghana (42 milioni), al Kenya (38 milioni) e all’Etiopia (35 milioni).

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