L’aliyah degli ebrei etiopi verso Israele

di claudia
ebrei etiopi

di Enrico Casale

Tra mercoledì e giovedì, 340 ebrei etiopi sono sbarcati all’aeroporto internazionale di Ben Gurion di Tel Aviv. Si tratta dei due gruppi di immigrati portati in Israele nell’ambito dell’Operazione Tzur Israel che, iniziata a dicembre 2020, ha già permesso di riunire 3.000 etiopi di fede ebraica ai loro parenti di primo grado arrivati in passato nello Stato ebraico.

Nei giorni scorsi, giornalisti e dirigenti dell’Agenzia ebraica e delle Federazioni ebraiche del Nord America si sono incontrati con gli ebrei di Gondar. In Etiopia esiste da secoli una forte comunità ebraica che vive in condizioni difficili. Nonostante le dure condizioni di vita, hanno però mantenuto una forte identità religiosa e hanno portato avanti le tradizioni ebraiche.

La comunità originale dei Beta Israel (che i cristiani etiopi chiamavano in modo spregiativofalasha, in amarico «esiliato» o «straniero») è stata portata in Israele negli anni Ottanta con tre grandi ponti aerei organizzati nell’ambito delle Operazioni Mosè, Salomone e Giosuè. Furono sottratti alle persecuzioni e alle privazioni alle quali erano stati condannati dal dittatore Menghistu Hailè Mariam. Allora, 90mila ebrei etiopi, che la leggenda vuole fossero gli eredi degli ebrei nati dall’unione di Re Davide e la Regina di Saba, ma le cui origini sono incerte, furono trasportati nella Terra Promessa. Una volta giunti in Israele faticarono molto a integrarsi. Un po’ perché abituati a vivere in un ambiente premoderno e un po’ perché l’ebraismo tradizionale non li aveva mai veramente accettati come appartenenti all’ortodossia. Negli anni, però, lentamente hanno iniziato a far parte attiva della società israeliana. Molti ragazzi hanno fatto strada nelle forze armate. La comunità è riuscita a far eleggere propri deputati. Pnina Tamano-Shata, è stata nominata ministro dell’Immigrazione, prima donna di origine etiope (giunta in Medio Oriente nell’ambito dell’operazione Salomone) a ricoprire una carica all’interno di un governo israeliano.

Ma chi sono allora gli ebrei etiopi giunti in Israele in questi ultimi anni? In realtà sono falasmura, cioè gli eredi di quegli ebrei etiopi che in passato furono costretti a convertirsi al cristianesimo. In Etiopia vivrebbero, in gran parte nei dintorni di Gondar, antica capitale imperiale, e di Addis Abeba, 8.200 ebrei convertiti al cristianesimo. Nel 2018, il governo israeliano ha autorizzato l’arrivo di un migliaio di immigrati di origine ebraica. Poi il dossier si è fermato ed è stato ripreso nel 2020.

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