L’acqua floreale tunisina, profumo di tradizione

di claudia

Tra le tradizioni secolari della Tunisia, una in particolare è profondamente radicata nella cultura del Paese: si tratta dell’acqua floreale, distillata da fiori aromatici che segue ancora oggi un procedimento tramandato nei secoli di madre in figlia nel paese nordafricano. Oggi però i più giovani tendono a non seguire il metodo tradizionale, mettendo a rischio una fragranza antica che non ha eguali.

Dolce, floreale, di qualità altissima: parliamo dell’acqua floreale tunisina, prodotta localmente da secoli. Note di geranio, rosa e fiori d’arancio attraversano ancora oggi molte case locali. Il metodo per realizzarla è un procedimento di distillazione lungo e laborioso che consente però di ottenere da secoli un risultato a dir poco intenso e coinvolgente. Soprattutto nella zona costiera nord-orientale di Nabeul, queste tecniche sono tramandate e messe in atto in particolare dalle donne, che le tramandano alle proprie figlie, riporta l’agenzia Anadolu.

Per realizzare l’acqua floreale occorre per prima cosa cogliere i fiori con lo stelo, lavarli con acqua e poi riporli in grandi calderoni sul fuoco. Sul fuoco i gerani, le rose o i fiori d’arancio vengono fatti riposare per diverse ore. Alla fine si trasformeranno in acqua floreale attraverso l’evaporazione artigianale. Il procedimento è un vero e proprio collegamento “idraulico” per far passare il vapore da una pentola all’altra e far raffreddare il tutto con acqua fredda. Un processo delicato di cui ha conoscenza e pratica chi lo realizza quasi quotidianamente.

Fechka, le tradizionali bottiglie di vetro dove vengono imbottigliate le acque floreali.

La distillazione dura almeno quattro ore per le rose e fino a tre ore per le altre varietà di fiori. Questi tempi lunghi hanno fatto sì che molti giovani abbandonassero la pratica, mettendo però così a rischio la qualità di un prodotto secolare. “Le tradizionali tecniche di acqua floreale producono profumi di qualità superiore rispetto ai metodi di distillazione più moderni”, ha detto ad Anadolu Duda bin Salim, residente a Nabeul. Come riporta Africanews, qui tutta la comunità è coinvolta nella raccolta e lavorazione dei fiori d’arancio, neroli, geranio e rose, un’attività che ha conferito alla città l’appellativo di “città dei profumi”.

La città ospita ogni anno una tradizionale fiera delle acque floreali biologiche alla quale partecipano numerosi espositori fieristici specializzati in acque floreali. Qui l’acqua floreale viene tradizionalmente prodotta in casa e venduta al prezzo di 15-25 dollari, in base al tipo di fiore. “Fechka” è il nome delle tradizionali bottiglie di vetro con il corpo ricurvo e il collo molto stretto dove vengono imbottigliate le acque floreali.

Condividi

Altre letture correlate: