Il riscatto di Suleman che a Roma produce yogurt e ortaggi solidali

di claudia

di Claudia Volonterio

Barikamà in lingua bambara significa “resistente”ed è il nome di una cooperativa che produce yogurt e ortaggi biologici a Roma. Già il suo nome omaggia il percorso che un gruppo di migranti africani ha fatto prima di decidere di mettersi assieme in un progetto solidale e lavorativo di successo, che nel tempo si è evoluto. L’obiettivo è quello di assumere persone emarginate e offrire loro un’opportunità di crescita. Alle radici di tutto c’è l’intuizione del presidente della cooperativa, Suleman Diara, 36 anni, di origini maliane, arrivato in Italia 14 anni fa dopo essere partito su una piccola imbarcazione dalle coste della Libia. Da bracciante a Rosarno negli anni è riuscito a lanciare un modello imprenditoriale in grado di unire solidarietà e opportunità

Suleman Diara, 36 anni, è nato in Mali nella regione di Wassolou. Oggi è un giovane imprenditore che porta avanti con impegno la cooperativa Barikamà che produce yogurt e ortaggi biologici, di cui è presidente. La sua è uno storia di riscatto che accomuna quella di molti migranti che riescono ad arrivare in Europa dopo un viaggio estenuante.”Ho viaggiato dalla Libia all’Italia su una piccola barca con altre 28 persone: siamo stati in mare per due giorni e mezzo prima che un peschereccio ci salvasse. Siamo stati così fortunati ad arrivare tutti sani e salvi perché molte persone possono morire lungo la strada”, ha raccontato il giovane a Repubblica.

L’arrivo in Italia inizialmente non ha costituito un riscatto, anzi. Lavorando come bracciante nelle campagne di Rosarno ha subito sulla sua pelle il peso dello sfruttamento, costretto a raccogliere frutta e verdura nei campi con orari estenuanti e paga bassissima. Lui è uno dei braccianti che ha partecipato alla rivolta di Rosarno del 2010. Dopo quegli avvenimento, la situazione da cui il giovane è partito non era certo delle più rosee: “Dopo i fatti di Rosarno – racconta Suleman al Corriere – i miei compagni e io non avevamo più niente. Né un lavoro, né una casa, né un permesso di soggiorno. Una situazione da cui era necessario uscire: “non potevo più accettare di vivere di elemosina, mettendomi in fila alla Caritas per mangiare. E così ho pensato di inventarmi un lavoro: produrre yogurt” prosegue Suleman.

La produzione dello yogurt è iniziata per caso, da zero e con un budget ridotto, diventando con costanza e determinazione sempre più professionale. Inizialmente lo yogurt veniva prodotto in piccole quantità e venduto ai mercati settimanali e portato porta a porta per la città in bicicletta, una scelta ecologica iniziata anche per motivi economici. Negli ultimi anni la produzione si è ampliata e la cooperativa, oltre allo yogurt, ha cominciato a produrre e vendere ortaggi biologici che vengono coltivati in 10 ettari di terreno a Casale di Martignano (RM). Se siete interessati a provare la qualità e il gusto dei loro yogurt e ortaggi (ottime anche le composte), potete ordinare i loro prodotti a domicilio o trovarli nel punto vendita presso il Caffè Nemorense a Roma, dal giovedì al sabato.

Quando la sturtup ha cominciato a crescere il personale si è ampliato e oggi conta otto persone, sei africani e due italiani. Il valore aggiunto risiede nell’impegno della cooperativa, che deciso di assumere persone che vengono spesso ancora emarginate, tra cui quelle con la sindrome di Asperger. “Molte persone con Asperger sono discriminate e abbandonate dalla società. Lavorando in questo spazio pubblico e parlando con i clienti, possono essere sociali, allo stesso modo, un migrante africano può avere l’opportunità di imparare la lingua e integrarsi”, ha aggiunto Diara.

Il sogno di Suleman è quello di tornare un giorno in Mali. “Mi piacerebbe aprire una cooperativa sociale nel mio Paese d’origine, sempre con il medesimo intento che porto avanti qui: aiutare gli altri”, sottolinea il giovane ad Africa rivista.

Foto di apertura: Suleman Diara, dalla pagina Facebook della cooperativa

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