Il potenziale non sfruttato delle rimesse

di claudia

di Valentina Giulia Milani

I trasferimenti finanziari dalle diaspore africane sono passati da oltre 67 miliardi di dollari nel 2016 a 86 miliardi nel 2019. Dopo un leggero calo nel 2020 a causa della crisi sanitaria globale (84 miliardi di dollari), hanno raggiunto più di 97 miliardi di dollari, secondo le stime disponibili per il 2022 contenute in un rapporto intitolato “La gestione anarchica delle rimesse della diaspora”.

In Africa, come nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, le rimesse migratorie hanno superato i flussi di aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e persino i flussi di investimenti diretti esteri (Ide). Secondo i dati dell’Ocse, i flussi bilaterali netti di Aps verso l’Africa hanno raggiunto i 35 miliardi di dollari nel 2021, che rappresentano appena un terzo dei fondi ricevuti dalle famiglie dei lavoratori migranti nello stesso anno.

Le rimesse dei migranti rappresentano quote importanti del prodotto interno lordo (Pil) di diversi Paesi del continente: 28,9% in Gambia, 23% in Lesotho, 21,1% nelle Comore, 14,1% a Capo Verde e 10,4% in Guinea-Bissau.

Il rapporto redatto da Moutiou Adjibi Nourou, giornalista di agenzia Ecofin specializzato in questione economiche e di sviluppo, mostra anche che l’Egitto è il principale destinatario delle rimesse della diaspora in Africa dal 2017. Nel 2022, questo Paese nordafricano ha ricevuto 28,3 miliardi di dollari dalla diaspora, pari al 29% di tutte le rimesse registrate nel continente.

L’Egitto è seguito dalla Nigeria, che ha ricevuto 20,1 miliardi di dollari, pari a quasi il 21% del totale delle rimesse della diaspora africana. Seguono il Marocco (11 miliardi di dollari), il Ghana (4,6 miliardi di dollari) e il Kenya (4 miliardi di dollari).

L’analisi dei fondi ricevuti da questi cinque principali Paesi di destinazione (Egitto, Nigeria, Marocco, Ghana e Kenya) fornisce una mappa dei principali mittenti. L’Egitto riceve fondi principalmente da Paesi del Medio Oriente come Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore di rimesse alla Nigeria. Nel caso di Marocco, Ghana e Kenya, questa posizione è occupata rispettivamente da Francia e Stati Uniti.

Contrariamente alla convinzione diffusa che i migranti africani inviino sistematicamente denaro al proprio Paese d’origine dall’Europa o dagli Stati Uniti, diversi Paesi del continente ricevono la maggior parte delle rimesse dalle diaspore insediate in altri Paesi del continente. Il Sudafrica, ad esempio, è la principale fonte di rimesse per il Lesotho. All’interno dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (Uemoa), 6 Paesi su 8 ricevono le rimesse principalmente da altri Paesi africani. Infatti, solo il Senegal e la Guinea-Bissau hanno come principale fonte di rimesse un Paese non africano, la Francia nel caso del Senegal e il Portogallo nel caso della Guinea-Bissau.

Il rapporto sottolinea anche che le rimesse dei migranti in Africa sono sottovalutate, a causa della debolezza dei dati disponibili e dell’uso di canali informali per l’invio di denaro, come i trasferimenti in contanti.

Uno studio dell’AfDB su quattro Paesi dell’Africa subsahariana mostra che il volume delle rimesse informali varia tra il 25% e l’80%, a causa dei costi elevati dei canali formali. I mittenti hanno dovuto pagare in media l’8% per inviare 200 dollari nei Paesi africani nel quarto trimestre del 2022, rispetto al 7,8% del quarto trimestre del 2021. Tuttavia, questi costi possono raggiungere il 35% in alcuni corridoi.

Ma al di là delle elevate commissioni applicate dagli operatori che dominano il mercato dei trasferimenti transfrontalieri di denaro, come Western Union e MoneyGram, le rimesse rappresentano una manna finanziaria scarsamente utilizzata nel continente. I trasferimenti di denaro dalla diaspora africana sono spesso una fonte di reddito per le famiglie che li ricevono. Vengono infatti utilizzati principalmente per i consumi quotidiani, come l’acquisto di cibo e il pagamento delle rette scolastiche. Di conseguenza, queste risorse contribuiscono solo marginalmente al finanziamento di progetti di investimento e alla creazione di ricchezza.

Per sfruttare meglio il potenziale della diaspora africana, il rapporto raccomanda di ampliare le banche dati disponibili sui trasferimenti finanziari dei migranti verso l’Africa e di incoraggiare una concorrenza leale tra gli operatori attivi nel segmento delle rimesse, in un momento in cui fintech molto agili come Wave, Sendwave, M-Pesa e Orange Money mostrano l’intenzione di conquistare quote di mercato crescenti offrendo servizi meno costosi. 

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