Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: “Liberi di scegliere se migrare o restare” 

di claudia

Ricorre oggi la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. In linea con l’appello di Papa Francesco, Medici con l’Africa Cuamm rafforza l’impegno sul campo, negli 8 paesi in cui è presente in Africa, per prendersi cura di chi è costretto a fuggire a causa di guerra e fame alla ricerca di futuro. E insieme, mette in campo forze ed energie aggiuntive per proporre strade alternative alla fuga.

Secondo le stime delle Nazioni Unite (Iom) sono circa 281 milioni i migranti nel mondo, il 3,6% della popolazione mondiale. Sono 55 milioni gli sfollati interni e 26 milioni i rifugiati. In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, Medici con l’Africa Cuamm conferma e rilancia il proprio impegno sul campo, negli 8 paesi in cui è presente in Africa, verso chi è costretto ad abbandonare la propria casa a causa di conflitti, fame, catastrofi naturali. 40,6 milioni sono stati gli africani costretti a emigrare, secondo il Rapporto 2022 di IOM, ma di questi, circa l’80% resta interno all’Africa con spostamento verso i paesi limitrofi al proprio.

Una vera e propria emergenza per paesi che sono già molto fragili a vari livelli, istituzionali, politico, economico e sanitario. Da oltre 70 anni Medici con l’Africa Cuamm opera per la salute delle popolazioni africane, in un’ottica di sviluppo dei sistemi sanitari. Un approccio che resta da riferimento anche negli interventi di emergenza. L’impegno del Cuamm in risposta ai bisogni di migranti e rifugiati si concentra in Etiopia, Mozambico, Sud Sudan, e Uganda edallo scoppio della guerra, anche in Ucraina e Moldavia. Si focalizza su 4 linee di intervento: garantire l’accesso ai servizi sanitari di base con visite ambulatoriali e prenatali, vaccinazioni e assistenza a mamma e bambini; fornire farmaci e materiale sanitario; formare gli operatori locali e sensibilizzare e prevenire la popolazione riguardo buone pratiche igienico-sanitarie.

«In questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sentiamo sempre più il dovere morale di fare la nostra parte, come medici e operatori sanitari che hanno scelto di spendersi per i più poveri, nel continente più fragile, l’Africa – afferma don Dante Carrarro, direttore del Cuamm –. Le parole di Papa Francesco ci guidano, ancora una volta: “Ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno”. Cerchiamo di farlo a Debre Berhan e in Tigray in Etiopia, dove ho toccato con mano gli orrori di una guerra fratricida, così come a Cabo Delgado in Mozambico, dove da anni i guerriglieri distruggono vite e speranze. Lo facciamo in Sud Sudan che, dopo aver assistito alla fuga della propria gente verso il Sudan, si trova ora ad accogliere chi scappa a causa della guerra nel paese limitrofo. Lo facciamo cercando anche strade alternative alla fuga, con proposte concrete di formazione sul campo che possano trasformarsi in opportunità di riscatto. Nel 2022 il Cuamm ha formato 3.000 persone tra medici, infermieri, ostetriche, tecnici e agenti comunitari. L’obiettivo aggiuntivo è di triplicare l’impegno e di arrivare a 10.000».

L’IMPEGNO NEL DETTAGLIO

Etiopia: circa 933.000 rifugiati provenienti principalmente da Sud Sudan, Eritrea e Somalia e 4,38 milioni di sfollati interni a causa principalmente della guerra in Tigray. Il Cuamm opera nella regione di Gambella, in 2 campi rifugiati, supportando 3 strutture sanitarie. E di recente ha rinnovato l’impegno a intervenire in Tigray, in particolare nella Eastern Zone e nella zona di Shire, dove si concentrano oltre 500.00 sfollati e dove gran parte delle strutture sanitarie è stata distrutta. In parallelo, il lavoro continua anche a Debre Berhan, nella regione Amhara dove, secondo i dati Ocha, si sono rifugiati circa 200.000 sfollati, soprattutto provenienti dalla regione dell’Oromia. La maggior parte di loro vive con la comunità, ma molti si sono concentrati in centri di accoglienza che hanno bisogno di tutto, dai servizi sanitari a quelli nutrizionali.

Mozambico: la situazione a Cabo Delgado, nel nord del paese, continua a essere particolarmente tesa e difficile. Le continue violenze, perpetrate dai gruppi armati, hanno messo in difficoltà 1,6 milioni di persone, tra cui 830.000 sfollati interni (IDPs). Medici con l’Africa Cuamm continua ad assistere sia gli sfollati che le comunità ospitanti, fornendo servizi sanitari essenziali e di risposta all’emergenza, comprese attività sulla violenza di genere e salute mentale.

Sud Sudan: oggi circa 2,4 milioni di rifugiati sud sudanesi sono ospitati dai paesi confinanti, e 1,9 milioni sono gli sfollati interni. Con il sostegno a 103 strutture sanitarie e 4 ospedali i medici del Cuamm cercano di portare aiuto alla popolazione di questo paese fragilissimo, che in questo ultimo periodo sta cercando di accogliere anche oltre 270.000 profughi dal Sudan, in guerra. Il 91% di questi sono sud sudanesi scappati in passato e ora costretti a rientrare.

Uganda: è il paese africano che accoglie più rifugiati, ben oltre 1,5 milioni. Il Cuamm opera in West Nile e nel distretto Kiryadogo, offrendo servizi chirurgici oculari attraverso cliniche mobili in particolare alla popolazione rifugiata.

Ucraina: con il cuore in Africa, allo scoppio di una guerra alle porte di casa, Cuamm si è attivato per portare aiuto in un paese dove si contano oggi oltre 5 milioni di sfollati interni e 5,8 milioni di rifugiati. Da un primo impegno focalizzato sulla città di Chernivsti, al confine con la Romania, l’intervento del Cuamm si estende oggi a 42 strutture ospedaliere in 9 diversi Oblast e consiste nel fornire farmaci, materiale sanitario, cibo, abbigliamento e supporto psicologico alla popolazione.

Moldavia: il lavoro del Cuamm si concentra in 2 centri di accoglienza per un totale di oltre 300 rifugiati a Chisinau, in accordo con il Ministero della salute e l’Oms.

Una storia da Cabo Delgado, Mozambico

Con lo scoppio del conflitto, occuparsi di sfollati interni è stato molto difficile. Donne e uomini che vengono da contesti differenti, che si trovano a convivere in un contesto forzato; non hanno più una fonte di autosostentamento e devono dipendere dalla distribuzione di cibo e di qualsiasi altro bene non alimentare. All’improvviso hanno perso tutto, dai propri affetti alla propria casa, sono stati testimoni di rapimenti e di uccisioni dei propri cari. Senza dubbio, si tratta di popolazioni estremamente vulnerabili. Vulnerabilità che si aggiunge a vulnerabilità che già c’era, aggravata ulteriormente dalla violenza del conflitto Il dislocamento è già una violenza che le persone subiscono e che porta con sé altre forme di violenza, quella fisica, quella domestica, i matrimoni precoci che provocano l’abbandono della scuola da parte di tante studentesse. All’inizio del dislocamento molti campi non avevano una scuola che garantisse continuità all’istruzione. Per quanto riguarda l’assistenza e i servizi, c’è stata una grande difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari di base nel primo periodo, poi con il Cuamm e altre organizzazioni, la situazione è migliorata. Fondamentali sono anche le attività condotte nelle comunità, porta a porta, le cosiddette palestras”, chiacchierate in gruppo sul tema della violenza di genere. Le persone sono più propense nel cercare aiuto, sapendo che esistono servizi efficienti. Le storie che mi colpiscono di più sono quelle condivise da ragazze che erano state rapite dai gruppi armati non statali e che sono state liberate. Donne che hanno vissuto esperienze estremamente difficili, che condividono con le operatrici e richiedono anche da parte di esse stesse una capacità di gestione delle proprie emozioni. Nonostante tutto questo, comunque queste donne riescono, grazie al supporto delle operatrici, a stare meglio, a riabituarsi vivere, a riprendere la socializzazione familiare. È impressionante vedere come le persone reagiscano!

Elisa, psicologa mozambicana del Cuamm a Cabo Delgado

È possibile sostenere Medici con l’Africa Cuamm con una donazione online su wwww.mediciconlafrica.org

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 8 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con circa 35.00 operatori sia europei che africani; appoggia 21 ospedali, 124 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi).

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