Gerd, Etiopia continuerà a riempire l’invaso durante la stagione delle piogge

di claudia
Gerd

L’Etiopia mira a immagazzinare altri 10,5 miliardi di metri cubi di acqua nella prossima stagione delle piogge di quest’anno. Ciò completerà l’obiettivo fissato dall’inizio del riempimento del bacino della Grande diga del millennio (Gerd) per un totale di 18,5 miliardi di metri cubi. A sostenerlo è stato ieri Abbas Sharaky, professore di Geologia e risorse idriche all’Università del Cairo.

Sharaky ha spiegato al sito Egypt Indipendent che la stagione delle piogge in Etiopia inizia a maggio con piogge leggere che aumentano lievemente a giugno. Le piogge più forti iniziano a luglio fino alla fine di ottobre. Quest’estate, l’Etiopia dovrebbe immagazzinare solo una piccola quantità di acqua perché lo sbarramento è più basso a ovest e più alto a est. Prima del riempimento completo i due lati devono quindi essere portati al livello uguale per reggere un uguale impatto dell’acqua. I lavori però sono complessi. Ogni metro sollevato ha bisogno di 60.000 metri cubi di cemento, ha detto il professore, e a complicare le cose anche i lavori tecnici che si devono associare alla costruzione. Il riempimento quindi sarà più forte in autunno.

A ciò si affiancano i problemi di carattere politico. La costruzione della diga è iniziata nel 2011. L’opera è il più grande progetto idroelettrico dell’Africa, con un costo di oltre quattro miliardi di dollari. Ciò ha destato preoccupazione nei Paesi a valle. Per questo motivo sono stati avviati negoziati per fissare i livelli di riempimento. Le trattative si sono ufficialmente interrotti dall’aprile 2021, dopo che Egitto, Sudan ed Etiopia non sono riusciti a raggiungere un’intesa prima dell’inizio del secondo riempimento della diga attuato a luglio dall’Etiopia. Il Cairo e Khartoum respingono l’insistenza dell’Etiopia sul riempimento della diga prima di raggiungere un accordo vincolante sul riempimento e sul funzionamento.

L’Egitto, che fa molto affidamento sull’acqua dolce del Nilo, ha manifestato il timore che la diga possa avere un impatto negativo sull’approvvigionamento idrico del Paese. L’Egitto ha anche insistito affinché vengano messe in atto misure per proteggere i Paesi a valle in caso di siccità. Egitto e Sudan chiedono un accordo legalmente vincolante che preveda norme che regolino eventuali dissidi tra Paesi a valle e Paesi a monte. L’Etiopia invece afferma che qualsiasi patto dovrebbe avere un carattere meramente consultivo.

Egitto e Sudan considerano la diga una minaccia per le loro risorse idriche vitali. Le nazioni a valle temono possibili conseguenze alle strutture idriche, ai terreni agricoli e alla disponibilità complessiva dell’acqua del Nilo. L’Etiopia invece considera quest’opera essenziale per lo sviluppo e il raddoppio della produzione di elettricità. La corrente non solo alimenterebbe lo sviluppo locale, ma potrebbe essere in parte venduta e diventare quindi fonte di entrate in valuta estera.

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