Forum acqua: cala sipario a Dakar, cooperazione e resilienza

di Enrico Casale
Forum dell'Acqua Dakar

Qualche problema organizzativo c’è stato, il primo giorno in particolare, ma il Forum mondiale sull’acqua che si è concluso venerdì a Dakar, è stato comunque un successo per il Senegal che ha potuto fare sfoggio del suo nuovo Polo fieristico a Diamniadio, del nuovo treno che collega Diamniadio alla città di Dakar, e più in generale della sua ospitalità, della sua musica, dei suoi colori.

Per una settimana, come hanno entusiasticamente titolato i giornali locali, Dakar è stata la capitale mondiale dell’acqua. E lo è stata un po’ in rappresentanza di tutta l’Africa. D’altra parte era la prima volta che il Forum si teneva in un Paese subsahariano.

Nella Dichiarazione conclusiva che ha chiuso il Forum, i partecipanti hanno sottolineato e ribadito che la resilienza ai cambiamenti climatici, demografici, sanitari, alimentari e la lotta stessa allo stress idrico necessitano di acqua. Facile fare un’affermazione di questo tipo nel Sahel, dove la penuria d’acqua soprattutto nei paesi dell’interno è evidente. Ma come hanno sottolineato per esempio alcuni ricercatori congolesi, paradossalmente anche in un Paese ricco di fiumi come la Repubblica democratica del Congo l’acqua può mancare e con essa le sue risorse a causa dell’inquinamento prodotto dalle attività minerarie legali e illegali.

Il Forum si è concluso con un appello ad accelerare l’applicazione del diritto all’acqua potabile e a servizi sanitari per tutti; a favorire l’applicazione del diritto internazionale umanitario che prevede la protezione dei sistemi idrici anche in caso di conflitto; a rafforzare le zone umide anche ricorrendo a tecniche di impiego dell’acqua antiche ma ancora oggi efficaci; a garantire finanziamenti adeguati. Le ultime due raccomandazioni del Forum hanno riguardato poi la governance e la cooperazione.

Per quanto riguarda la governance si fa esplicito riferimento a gestioni trasparenti e razionali della risorsa acqua favorendo la coerenza tra le politiche dedicate all’acqua e quelle dedicate ad agricoltura, sviluppo rurale, sanità, biodiversità, energia e industria.

Sul fronte della cooperazione, i Paesi africani hanno chiesto di introdurre sempre di più la tematica dell’acqua all’interno dei progetti bilaterali rafforzando in particolare le organizzazioni transfrontaliere dedicate alla gestione di bacini idrografici comuni a più Paesi.

Anche a Dakar è arrivata l’eco della guerra in Ucraina, e altrettanto chiare arrivano le sfide che il continente sta già affrontando. Sfide da cui dipendono le sue sorti e quelle del resto del pianeta: la pressione demografica, la necessità di dare risposte a una urbanizzazione galoppante, la necessità di accrescere le produzioni agricole. E anche la necessità di ritrovare pace e stabilità prendendo esempio da quelle organizzazioni che hanno gestito i bacini idrografici comuni a più Paesi e che, modello di eccellenza africano, hanno trasformato potenziali aree di scontro in occasioni di pace e collaborazione.

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