Etiopia: si dimette Filsan Abdullahi Ahmed, la ministra che ha denunciato gli stupri in Tigray

di claudia

In Etiopia, il ministro delle Donne, primo membro del governo di Addis Abeba a riconoscere gli stupri avvenuti durante la guerra del Tigray, ha annunciato ieri le sue dimissioni, senza però specificarne il motivo. “Qualsiasi situazione che comprometta la mia etica è contraria alle mie convinzioni e ai miei valori. Tradire tali convinzioni è una violazione della fiducia verso me stessa e i nostri cittadini”, ha dichiarato Filsan Abdullahi Ahmed in una dichiarazione pubblicata su Twitter. Quindi ha aggiunto che, per “motivi di natura personale che gravano pesantemente sulla mia coscienza”, presentava “con rammarico” la lettera di dimissioni con effetto immediato.

A febbraio, Filsan aveva affermato che stupri erano “senza dubbio” avvenuti durante la guerra iniziata nel 2020 nella regione settentrionale del Tigray tra forze governative e ribelli. La ministra aveva poi istituito una task force per indagare. Il mese scorso aveva detto all’agenzia France Presse che il rapporto della task force era stato inviato al procuratore generale e che spettava alle forze dell’ordine determinare l’entità dei crimini e chi ne era responsabile. Aveva detto che credeva che le forze dell’ordine stessero “facendo del loro meglio”, ma che sperava che gli agenti “si muovessero più velocemente”.

Ieri Filsan non commentato la sua decisione. Le sue dimissioni arrivano una settimana prima che Abiy, il cui Partito della Prosperità ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni nazionali all’inizio di quest’anno, nomini un nuovo governo.

La guerra nel Tigray si trascina ormai da quasi un anno. Dopo l’offensiva delle truppe etiopi, fiancheggiate da quelle eritree e dalle milizie amhara, i tigrini hanno lanciato nell’estate una controffensiva che ha portato alla riconquista della loro regione e ad azioni militari nelle vicine regioni di Amhara e Afar. Sono numerosi i rapporti che parlano di violenze sui civili e, in particolare, sulle donne e sulle ragazze.

Amnesty International ha dichiarato che le truppe etiopi e le forze alleate eritree hanno violentato centinaia di donne e ragazze nel Tigray, sottoponendone alcune a schiavitù sessuale e a mutilazioni. I sopravvissuti hanno detto ad Amnesty di essere stati stuprati di gruppo mentre erano tenuti prigionieri per settimane, violentati davanti alle loro famiglie e avevano oggetti inclusi chiodi e ghiaia inseriti nelle loro vagine.

Alle violenze sulle donne si aggiungono quelle sui civili in generale e sul mancato arrivo nelle zone degli aiuti umanitari che permetterebbero di mitigare la sofferenza della popolazione.

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