Etiopia: Amnesty, centinaia di civili uccisi in Tigray

di Valentina Milani

Le truppe etiopi ed eritree che combattevano nello Stato del Tigray, in Etiopia, avrebbero ucciso centinaia di civili disarmati nella città settentrionale di Axum il 28 e il 29 novembre. Lo ha affermato l’organizzazione Amnesty International in un rapporto pubblicato oggi.

La ricostruzione di Amnesty International si fonderebbe sulla testimonianza di 41 sopravvissuti e testimoni e di 20 persone a conoscenza degli eventi. “Hanno descritto esecuzioni extragiudiziali, bombardamenti indiscriminati e saccheggi diffusi”, è scritto nel rapporto. Le uccisioni sarebbero state effettuate dopo che le truppe etiopi ed eritree hanno occupato la città (nella quale la Chiesa ortodossa etiope sostiene sia custodita l’Arca dell’Alleanza) dopo aver respinto le milizie del Fronte di liberazione del popolo del Tigray.

Secondo Amnesty, la ricerca, supportata dalle immagini satellitari del Crisis Evidence Lab, confermerebbe “i rapporti di bombardamenti indiscriminati e saccheggi di massa, oltre a identificare i segni di nuove sepolture di massa vicino a due chiese della città”.

“Le prove sono convincenti e indicano una conclusione agghiacciante” ha affermato Deprose Muchena, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale. “Le truppe etiopi ed eritree – ha aggiunto – hanno commesso molteplici crimini di guerra nella loro offensiva per prendere il controllo di Axum. Oltre a ciò, le truppe eritree si sono scatenate e hanno sistematicamente ucciso centinaia di civili a sangue freddo, il che sembra costituire un crimine contro l’umanità”. 

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