Covid: la corsa ai vaccini made in Africa

di Valentina Milani

Su istruzione del capo del governo del Camerun, il ministero della  Ricerca scientifica e dell’innovazione (Minresi) “deve predisporre la creazione di una struttura di produzione di vaccini e farmaci essenziali”. Lo scrive lo stesso Minresi sulla sua pagina Facebook.

Ritenendo la pandemia di covid-19 la priorità per la salute e la sicurezza in tutto il mondo ultimamente, “questa struttura produrrà i vaccini e gli autotest contro il Covid-19, che saranno messi a disposizione del Ministero della Salute Pubblica”, si legge nel post. Il Minresi annuncia l’istituzione di un think tank che riunirà farmacisti pubblici e privati, partner nazionali e internazionali sotto la guida del dottor Wade, direttore generale del laboratorio nazionale veterinario, e del farmacista Professor Nnanga, dell’Istituto di ricerca agricola per lo sviluppo.

La ministra Madeleine Tchuinté ha chiesto al gruppo di lavoro velocità ed efficienza. Il think tank sarà rafforzato dal reclutamento di 150 giovani ricercatori di livello 2 master che beneficeranno della formazione. Questa strategia, afferma il ministero, “consentirà allo stato del Camerun di salvare i 200 miliardi di importazioni di farmaci che spende all’anno”.

Al di là del Camerun, è il continente africano che inizia a muovere i primi passi lungo la strada della produzione locale di vaccini anti-covid. A rendersi conto dell’importanza di creare vaccini made in Africa sono i leader di diverse nazioni sottolineando che la strategia della sola importazione “non è valida” per far fronte a una pandemia. Una presa di coscienza che potrebbe fare la differenza. “Abbiamo le risorse umane, abbiamo il know-how; abbiamo la capacità intellettuale, ma non abbiamo la volontà politica di mobilitare le risorse per realizzarlo”, ha affermato poco tempo fa il dottor Christian Happi, professore di biologia molecolare e genomica e direttore dell’African Center of Excellence for Genomics of Infectious Diseases (Acegid) alla Redeemer’s University in Nigeria affrontando la questione.

Il governo senegalese, per esempio, sosterrà l’Istituto Pasteur di Dakar nel suo progetto per la produzione di vaccini contro il covid-19 entro l’inizio del 2022. Segnali positivi arrivano anche dal Ghana: l’ambasciatore tedesco nel Paese dell’Africa occidentale, Christoph Retzlaff, ha annunciato che la Germania offrirà supporto alla nazione per condurre uno studio di fattibilità sulla possibile produzione di vaccini contro il covid-19 in loco.

Benché oggi le statistiche africane della pandemia tendano a conformarsi maggiormente ai trend globali rispetto a quanto avvenuto durante la prima ondata, si può tuttavia affermare che le previsioni più “catastrofiste” della primavera 2020 non si siano avverate. L’impatto sanitario del virus in Africa si è mantenuto su livelli tutto sommato contenuti rispetto ad altre aree del mondo: circa 3,4 milioni di infezioni (di cui 80% asintomatiche) e circa 87.000 decessi su una popolazione di 1,216 miliardi di persone. Quasi ciascuno dei 54 Paesi africani ha registrato un numero totale di decessi dall’inizio della pandemia inferiore a quello giornaliero negli Stati Uniti. Sono questi i dati snocciolati su un approfondimento dedicato al covid-19 e pubblicato sull’ultimo numero del mensile Africa e Affari.

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