Ciad: formato un nuovo governo ma non c’è l’unanimità

di Valentina Milani

Il ministero degli Esteri francese ha salutato l’annuncio della formazione di un governo di transizione in Ciad guidato da un primo ministro civile, Albert Pahimi Padacké, e che include diversi membri dell’opposizione. La nomina dell’esecutivo di 40 membri – 30 ministri e 10 segretari –  è avvenuta a due settimane dalla morte del presidente Idriss Deby Itno, ufficialmente ucciso al fronte mentre appoggiava le truppe impegnate a fermare l’avanzata dei ribelli del Fronte per l’alleanza e la concordia in Ciad (Fact). In un comunicato, Parigi ha ribadito il suo attaccamento alla stabilità e integrità territoriale del Paese. Ribadisce inoltre “l’importanza che la transizione sia di durata limitata, avvenga in condizioni pacifiche, in uno spirito di dialogo con tutti gli attori politici e della società civile, e consenta il rapido ritorno a istituzioni democraticamente elette”. Il governo francese, che con N’Djamena ha forti legami di cooperazione soprattutto in ambito di difesa e sicurezza, ha anche espresso il proprio sostegno alle iniziative dell’Unione Africana volte ad accompagnare il Ciad a tal fine.

In Ciad, la formazione del governo non fa ancora l’unanimità. Il Coordinamento delle associazioni della società civile e la difesa dei diritti umani (Cascidho) ha deplorato la totale assenza di figure della società civile nel processo di costituzione di organismi di transizione. “Nell’ambito dell’apertura di un’ampia consultazione che coinvolge attori politici e società civile, come auspicato dalle forze e dalla comunità internazionale, per una transizione inclusiva e pacifica, la società civile è rimasta fino ad ora emarginata. La formazione del governo di transizione ne è un esempio”, ha indicato il coordinatore nazionale della Cascidho, Mahamat Digadimbaye. Non tutte le associazioni però sono dello stesso parere e alcune hanno augurato buon lavoro a nuovo esecutivo, di fatto installato dal Consiglio militare transizione (Cmt), la giunta militare che ha preso le redini del Paese subito dopo il decesso del presidente Deby Itno.

Secondo un editoriale di Bello Bakary Mana su Ialtchad, il nuovo governo dà l’impressione della continuità con l’ex regime, nonostante l’ingresso di alcune personalità dell’opposizione. “I ciadiani hanno la sensazione di un eterno ritorno da capo. Un cosiddetto governo di transizione che utilizza quasi le stesse facce, che dimentica la società civile. Ha fatto qualche aggiustamento (…) E si ritrova con un gruppo di amici, vecchi amici dei grandi vecchi partiti, vecchi alleati, nuovi alleati ed ex alleati. Niente è calibrato. Né equilibrato. Cosa può fare un governo del genere sotto l’occhio della giunta? Non tanto. I ciadiani si aspettavano un governo di ampia apertura e missione. Hanno un governo che non è né carne, né pesce. Eppure il momento è serio”, scrive il Ceo del gruppo editoriale Label235.

Nei ranghi dell’opposizione le reazioni sono contrastanti. Succès Masra, leader del partito I Trasformatori, non rappresentato nell’esecutivo di transizione, in un’intervista a Financial Afrik ha definito Padacké un finto esponente dell’opposizione e ha fatto sapere di aver rifiutato la proposta di essere nominato primo ministro. L’oppositore annuncia nuove manifestazioni nei prossimi giorni.

Mahamat Ahmat Alhabo, segretario generale del Pld, nominato ministro della Giustizia, ha deplorato che il partito di Deby, l’Mps, abbia avuto un’ampia maggioranza nel governo, ma ha annunciato che desidera lavorare per l’unione.

(Céline Camoin)

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