Centrafrica: presunto accordo tra azienda francese e gruppi armati

di Valentina Milani
ribelli centrafricani

La filiale centrafricana del gruppo Castel, azienda francese di alimenti e bevande, avrebbe finanziato e fornito sostegno a gruppi armati in Centrafrica. Lo sostiene l’organizzazione statunitense The Sentry tramite un rapporto d’inchiesta pubblicato ieri nel quale viene messo in luce un presunto “tacito accordo” tra Castel e gruppi armati. Il gruppo francese Castel ha da parte sua annunciato l’avvio di un’inchiesta dopo le accuse dell’Ong.

Nello specifico, secondo il gruppo investigativo indipendente The Sentry, la Sucrerie africaine de Centrafrique (Sucaf Rca), una filiale della Société d’organisation, de management et de développement des industries alimentaires et agricoles (Somdiaa), a sua volta controllata all’87 per cento dal gigante Castel, avrebbe “negoziato un accordo di sicurezza” con, tra gli altri, l’Unité pour la paix en Centrafrique (Upc), un gruppo armato centrafricano.

In questo “tacito accordo”, i capi ribelli dell’Upc si sarebbero impegnati a “mettere in sicurezza la fabbrica Sucaf Rca e i campi di canna da zucchero e a garantire la libera circolazione sulle strade chiave necessarie all’approvvigionamento della fabbrica di zucchero”.

Il gruppo Castel, che ha negato l’esistenza di questo accordo, avrebbe – si legge nell’inchiesta di The Sentry –  anche “ottenuto l’appoggio dell’Upc nel tentativo di proteggere il monopolio della società sulla distribuzione dello zucchero in diverse prefetture del Paese, in particolare attraverso il sequestro forzato di zucchero di contrabbando, soprattutto quello proveniente dal Sudan”.

Per proteggere il suo mercato dello zucchero, “Sucaf Car ha istituito un sistema sofisticato e informale per finanziare le milizie armate attraverso pagamenti diretti e indiretti in contanti, così come il sostegno in natura sotto forma di manutenzione dei veicoli e forniture di carburante”, denuncia l’Ong.

Secondo l’Ong americana questo “tacito accordo” tra Sucaf Rca e le milizie dell’Upc sarebbe continuato fino a marzo 2021, “e ora il suo futuro rimane incerto a causa del dispiegamento di forze governative e russe nei territori precedentemente controllati dall’Upc”.

Stando al report di The Sentry, le filiali del gruppo Castel, Sucaf Rca e la sua società madre con sede a Parigi, Société d’organisation, de gestion et de développement des industries alimentaires et agricoles (Somdiaa), così come il consulente di sicurezza di Somdiaa, il generale francese in pensione Bruno Dary, sarebbero state regolarmente informati delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dai ribelli dell’Upc.

“Nonostante questa conoscenza, l’indagine rivela che la direzione di Sucaf Rca ha continuato a fornire sostegno finanziario e logistico a gruppi criminali (principalmente, ma non esclusivamente, l’Upc) per più di sei anni, contribuendo ad alimentare il conflitto armato nella Repubblica Centrafricana”, ha lamentato l’Ong con sede negli Stati Uniti.

The Sentry ha quindi invitato le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito a indagare e, nel caso, a procedere a designazioni di sanzioni contro i leader dell’Upc e la rete di persone ed entità legate alle filiali del Gruppo Castel evidenziate nel rapporto.

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