Centrafrica – Alindao, 40 morti negli scontri (tra cui due sacerdoti)

di Enrico Casale
miliziano centrafricano

Nella Repubblica Centrafricana, si sono registrati combattimenti nella città di Alindao. Il bilancio delle vittime è di una quarantina di morti. Al centro degli scontri il campo degli sfollati con oltre 20mila persone. Tra le vittime, il vicario generale della città, Blaise Data e un altro sacerdote. Un prete è invece disperso.

Le ragioni di questi scontri non sono ancora chiare. Dopo una serie di attacchi tra l’anti-Balaka e l’Upc (una frangia delle ex Seleka), i miliziani di quest’ultima formazione presumibilmente hanno attaccato in rappresaglia il sito del vescovo. Una versione negata dal gruppo armato che afferma che l’attacco è stato condotto dai gruppi di autodifesa e che l’Upc è andato lì per proteggere l’area. L’Upc era ancora nel vescovado ieri e i responsabili affermano che si ritireranno non appena la Minusca sarà pronta a subentrare. Molti sfollati si sarebbero rifugiati nella boscaglia. Testimonianze parlano di saccheggi e incendi. L’ultimo grande attacco è stato a maggio 2017.

Un operatore umanitario è stato ucciso lì ad agosto e altri due peacekeepers hanno perso la vita nella stessa zona recentemente. L’Ong Ocha ha ancora definito «disastrosa» la situazione umanitaria nella città, che ha circa 40.000 sfollati in cinque siti.

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