Etiopia – Unione Africana, si discute la sua riforma

di Enrico Casale
Unione Africana dimezzata

Alcuni analisti presentano il vertice dell’Unione Africana, che si terrà oggi, 17 novembre ad Addis Abeba, come l’ultima opportunità per riformare la grande organizzazione internazionale. Un po’ meno di 30 capi di Stato dovrebbero essere presenti in Etiopia e dovrebbero decidere su quali linee muoversi per costruire il futuro dell’istituzione. Soprattutto per darle maggiore efficienza. Questo almeno è quanto previsto delle linee di riforma proposte da Paul Kagame. Il presidente ruandese è stato incaricato di questo compito nel 2016. Resta da vedere se i leader raggiungeranno un accordo.

Nella sostanza però i capi di Stato dovranno decidere come rendere attuale anche nel XXI secolo questa istituzione nata sul modello dell’Unione Europea. Ci sono ancora molti punti di attrito che né gli ambasciatori né i ministri degli Esteri riuniti nei giorni scorsi nella capitale etiopica sono stati in grado di superare.

Non potrà essere affrontata una riforma complessiva, conferma già ora Pierre Moukoko, che dirige il team incaricato di preparare la riforma e la sua attuazione. Ma certamente si discuterà del futuro della commissione Ua. Una traccia proposta è di ridurre il numero di membri e la loro modalità di selezione.

I leader devono anche introdurre sanzioni più severe contro quei PAesi che non pagano le quote e discutere la trasformazione di Nepad in un’agenzia di sviluppo dell’Unione Africana. Saranno anche disposti ad affrontare la divisione del lavoro tra Ua e organizzazioni subregionali come l’Ecowas?

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il presidente ivoriano Alassane Ouattara e il presidente guineano Alpha Condé sono confermati.

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