Botswana, il riso che resiste alla siccità

di claudia

Si è appena svolta in Botswana una cerimonia per celebrare il primo raccolto di riso a risparmio idrico e resistente alla siccità. In collaborazione con la Cina sono stati testati con successo alcune tipologie di questo cereale che si sono rivelate adatte alla coltivazione sulla terraferma. Si tratta di una svolta che dovrebbe contribuire notevolmente a combattere l’impatto dei cambiamenti climatici, al miglioramento della produzione agricola e al raggiungimento della sicurezza alimentare del Paese dell’Africa meridionale.

Tutte le tipologie di riso “water-saving” provengono dalla Cina e si sono rivelate resistenti alla mancanza di acqua e in grado di raggiungere la cosiddetta fase di riempimento del grano, uno stadio di crescita che avviene dopo la fertilizzazione, secondo quanto analizzato dalla Botswana University of Agriculture & Natural Resources, uno dei principali partecipanti alla ricerca che si è svolta nell’arco degli ultimi due anni.

I tipi di riso hanno prodotto una resa media di nove tonnellate per ettaro a Gaborone, la capitale del Botswana, secondo quanto si legge in una nota diffusa dall’università. Risultati che sfatano il falso mito che il riso non possa crescere sulla terraferma, offrendo agli agricoltori un importante modello agricolo resistente alla siccità. “Le prove condotte fino ad ora mirano a portare la produzione di riso a basso fabbisogno idrico agli agricoltori, in modo che diventino autosufficienti nella produzione di colture per la sicurezza alimentare per la nazione”, si legge nella nota. Ulteriori prove dei tipi di riso saranno estese ad altre aree del Paese.

“Questo risultato è una pietra miliare nel settore agricolo, un evento storico che merita davvero una celebrazione”, ha affermato Slumber Tsogwane, presidente ad interim del Botswana, durante la cerimonia che si è svolta a Gaborone, in Botswana. “Gli investimenti in questo ambito stimoleranno lo sviluppo del settore privato, creeranno occupazione, miglioreranno la sicurezza alimentare e, in definitiva, le esportazioni”, ha aggiunto Tsogwane.

Condividi

Altre letture correlate: