Una banconota per ricordare Cesaria Evora

di Enrico Casale

cesaria-evoraCapo Verde ha deciso di dedicare la banconota da 2.000 escudos a Cesaria Evora, la «diva a piedi nudi». Nessuna scelta poteva essere più azzeccata. La Evora rappresenta infatti non solo la voce, ma anche l’anima del piccolo arcipelago lusofono al largo della costa occidentale dell’Africa.

Cesaria nasce a Mindelo il 27 agosto 1941. Allora Capo Verde era una poverissima colonia portoghese che nei secoli aveva prosperato sul traffico di schiavi verso l’America, ma che poi, terminata la tratta, si era trovata senza risorse.

Cresciuta senza padre (morto quando aveva sette anni), la Evora vive nell’assoluta miseria e, nonostante gli sforzi della madre, è costretta a entrare in orfanotrofio. È in quel luogo triste che capisce di avere una dote eccezionale: la voce. Inizia a cantare nel coro dell’istituto, poi nei bar e negli alberghi. Grazie ai musicisti locali prende confidenza con i generi musicali locali, in particolare la morna, con i suoi ritmi tristi e malinconici. Suo zio, noto compositore capoverdiano, le regala alcuni dei suoi pezzi più famosi.

Nonostante riesca a ottenere una buona notorietà a livello nazionale, Cesaria non ce la fa a vivere grazie ai proventi del canto. Capo Verde è un mercato troppo povero per poterle garantire introiti sufficienti. Così decide di smettere. Per un decennio non si esibisce più. Solo negli anni Ottanta, grazie a Bana, un musicista capoverdiano che vive in Portogallo, riprende a cantare. Un altro musicista capoverdiano, José da Silva, la convince poi a trasferirsi a Parigi. Come molti suoi compatrioti, decide allora di espatriare. È una scelta fortunata perché, nel 1988, proprio a Parigi incide il suo primo disco: un successo immediato. La fama si diffonde non solo in Europa, ma anche in America e, ovviamente, in Africa. Incide con molti artisti internazionali. Tra i quali anche alcuni italiani: Adriano Celentano, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Stefano Bollani e Paolo Fresu. Tornata in patria, muore il 17 dicembre 2011 per problemi cardiorespiratori. Oggi, a quattro anni dalla sua scomparsa il riconoscimento dello Stato capoverdiano.

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.