Zambia, causa collettiva a compagnia mineraria

di Enrico Casale
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Un gruppo di donne e bambini dello Zambia ha intentato, davanti a un tribunale sudafricano, un’azione legale contro una filiale della compagnia mineraria Anglo American per un presunto avvelenamento di massa da piombo. Secondo l’accusa, più di 100.000 persone potrebbero essere state avvelenate da anni di esposizione a elementi tossici di una miniera nel distretto di Kabwe.

La Anglo American South Africa (Aasa) è stata proprietaria della miniera dal 1925 al 1974. In quell’anno, l’impianto è stato nazionalizzato e la gestione è passata allo Stato che poi ha chiuso le attività nel 1994. La Aasa ha annunciato che risponderà in aula alle accuse ma ha anche sostenuto che, sebbene fosse a conoscenza di segnalazioni sulla causa, non ha mai ricevuto reclami ufficiali.

Gli avvocati che rappresentano le vittime affermano che l’Aasa è responsabile perché aveva un ruolo di «controllo, gestione, supervisione e consulenza sugli aspetti tecnici, medici e di sicurezza delle operazioni della miniera». Gli avvocati hanno aggiunto che le vittime erano soprattutto bambini piccoli che soffrivano di «livelli allarmanti di avvelenamento da piombo». Secondo i legali, oltre ai danni fisici, i piccoli avrebbero subito danni psicologici permanenti.

In un rapporto dello scorso anno, Human Rights Watch ha affermato che più di un terzo della popolazione di Kabwe – più di 76.000 persone – vive in aree contaminate dal piombo. Ci sono stati diversi grandi tentativi di ripulire l’area da quando la miniera è stata chiusa nel 1994, ma la «Montagna Nera» di Kabwe – milioni di tonnellate di rifiuti – è ancora lì.

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