Vestiti usati, la stretta europea preoccupa i keniani

di claudia
vestiti usati

La proposta di Francia, Danimarca e Svezia per limitare le esportazioni di abiti usati dall’Unione europea potrebbe danneggiare l’industria della rivendita di abbigliamento in Kenya, che impiega 2 milioni di lavoratori keniani: secondo i dati commerciali delle Nazioni unite, l’Ue ha esportato 1,4 milioni di tonnellate di tessili usati nel 2022, più del doppio rispetto al 2000.

L’iniziativa legislativa europea di Francia, Danimarca e Svezia sulle esportazioni di tessuti usati verso i paesi in via di sviluppo nasce perché quando i vestiti che non possono essere rivenduti e finiscono nelle discariche causano inquinamento: i tre paesi propongono che l’Ue applichi la Convenzione di Basilea agli indumenti usati, vietando l’esportazione di rifiuti tessili pericolosi e richiedendo il previo consenso informato prima di importare rifiuti tessili.

“L’esportazione di rifiuti tessili dall’Ue verso i Paesi in via di sviluppo causa notevoli problemi ambientali, sociali e sanitari. L’Ue deve porre fine a questa pratica” ha dichiarato il vice rappresentante permanente della Danimarca presso l’Ue, Soren Jacobsen, durante la riunione del Consiglio europeo sull’ambiente di ieri, a Bruxelles: lo scopo di includere gli abiti usati nella Convenzione di Basilea sarebbe quello di ridurre o addirittura eliminare le esportazioni di abiti usati dall’Ue e di promuovere lo sviluppo del riciclaggio dei tessili all’interno del blocco. Una posizione che, nel più classico degli effetti farfalla, avrà ripercussioni non solo in Europa: Teresia Wairimu Njenga, presidente della Mitumba consortium association del Kenya, un cartello sindacale che rappresenta i venditori informali di vestiti di seconda mano, ha detto all’agenzia Reuters che le importazioni di vestiti usati “sostengono i mezzi di sussistenza e generano entrate fiscali” per il Paese, negando inoltre che i tessili d’importazione europea finiscano ampiamente in discarica: “Nessuno ci dà la spazzatura con la forza: quello che compriamo sono vestiti di buona qualità. Se un fornitore volesse venderci spazzatura saremmo felici di rifiutarla”. Secondo i dati commerciali delle Nazioni unite, il Kenya ha importato 177.386 tonnellate di indumenti usati nel 2022, in aumento del 76% rispetto alla quantità importata nel 2013. I dati mostrano che anche i paesi africani, tra cui Ghana, Senegal e Sudafrica, sono importanti importatori di indumenti usati.

Secondo una ricerca commissionata dalla Mitumba e pubblicata nel settembre dello scorso anno, la percentuale di vestiti importati che diventano rifiuti è di circa l’1-2%.

Condividi

Altre letture correlate: