Il primo ministro delle Mauritius, Navin Ramgoolam, ha messo in discussione la durata del contratto di locazione di una base militare statunitense-britannica, secondo quanto riportato dal quotidiano locale L’Express. La questione rappresenta un punto controverso nei negoziati in cui il Regno Unito intende cedere il controllo delle Isole Chagos alle Mauritius.
A ottobre, il Regno Unito ha raggiunto un accordo per trasferire le Isole Chagos, mantenendo però il controllo della base su Diego Garcia, la più grande isola dell’arcipelago nell’Oceano Indiano, attraverso un contratto di locazione della durata di 99 anni. L’accordo non è ancora stato ratificato.
Dopo aver destituito il precedente governo nelle elezioni di novembre, Ramgoolam ha criticato l’accordo senza fornire dettagli sui punti specifici di disaccordo. Descrivendo l’accordo tra il Regno Unito e il precedente governo come un “tradimento”, il primo ministro ha ora dichiarato al quotidiano locale L’Express che il contratto di locazione dovrebbe essere indicizzato all’inflazione e tener conto dei tassi di cambio.
Ramgoolam ha inoltre sottolineato che l’accordo dovrebbe riconoscere pienamente la sovranità delle Mauritius sulle isole, un elemento che potrebbe influenzare il diritto unilaterale del Regno Unito di rinnovare il contratto. “Non è solo una questione di denaro, ma della nostra sovranità,” ha affermato.
Il primo ministro ha aggiunto che il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, era desideroso di concludere l’accordo prima dell’insediamento del Presidente eletto Donald Trump, previsto per il 20 gennaio. Marco Rubio, scelto da Trump come Segretario di Stato, ha espresso preoccupazione per la sicurezza degli Stati Uniti, definendo l’accordo una minaccia a causa della possibilità che l’arcipelago, con la sua base utilizzata da bombardieri a lungo raggio e navi da guerra statunitensi, possa essere ceduto a un paese che considera alleato della Cina.
Ramgoolam ha dichiarato: “Non abbiamo fretta. Restiamo fermi nelle nostre rivendicazioni e ci assicureremo che gli interessi a medio e lungo termine del paese siano tutelati, non solo quelli a breve termine.”
Anche alcuni Chagossiani hanno criticato i negoziati, sostenendo di non poter approvare un accordo a cui non sono stati coinvolti e annunciando proteste contro l’intesa.