Sudan: fosse comuni, accusato ex direttore obitorio

di Valentina Milani

Il Pubblico Ministero di Khartoum ha accusato il direttore sospeso dell’obitorio dell’ospedale di Omdurman, Jamal Youssef, in relazione ai manifestanti scomparsi durante la violenta dispersione del sit-in di Khartoum del 3 giugno 2019. Lo riferisce la stampa locale.

L’ufficio del procuratore, il 4 gennaio, ha arrestato il direttore dell’obitorio e l’ex direttore dell’autorità di medicina legale, Hisham Zain-Alabidin, per la sepoltura illegale di vittime dell’attacco al sit-in pro-democrazia.

L’11 novembre 2020, il pubblico ministero ha trovato fosse comuni vicino alle montagne di Al-Markhiyat a nord-ovest di Omdurman. Le fosse comuni contenevano i resti di civili uccisi durante l’attacco da parte delle forze di sicurezza e dei miliziani, fuori dal quartier generale dell’esercito. Dieci giorni dopo, il capo della commissione del pubblico ministero sulle sparizioni forzate, Al-Tayeb Ahmed Al-Abbas, ha deciso di riesumare i corpi.

L’arresto di Youssef e Zain-Alabidin è avvenuto sullo sfondo di “indagini relative alla sepoltura di corpi legati all’attacco al sit-in in violazione delle procedure legali”. Dopo la revoca della sua immunità, il direttore dell’obitorio è stato accusato ai sensi dell’articolo 89 della legge penale sudanese, relativo ai reati commessi da funzionari pubblici che intendevano nuocere, dell’articolo 97 relativo alla presentazione di false dichiarazioni e dell’articolo 107 relativo all’occultamento di reati.

Si stima che oltre 200 persone siano state uccise nella repressione del sit-in, tuttavia, le autorità sanitarie hanno affermato che il numero delle vittime ha raggiunto 85 persone.

Attivisti sui social media hanno fatto circolare numerose voci di violazioni commesse dall’ex direttore dell’obitorio di Omdurman, tra cui la vendita di corpi non identificati da utilizzare nella formazione degli studenti delle facoltà di medicina. 

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