Somalia, Igad e Jubaland condannano le violenze

di Enrico Casale
somalia

Dure reazioni alle violenze che ieri hanno scosso Mogadiscio, la capitale della Somalia. La prima a scendere in campo è stata l’Igad, l’autorità intergovernativa per lo sviluppo, che, secondo quanto riporta il sito di Radio Shebelle, ha condannato fermamente gli scontri nelle ultime ventiquattro ore. L’Igad condanna inoltre la crescente ostilità e l’estrema belligeranza nel contesto politico del Paese.

Ieri, le truppe somale hanno aperto il fuoco su centinaia di manifestanti che marciavano per le strade di Mogadiscio per esprimere il loro malcontento sull’operato del presidente Farmajo e sull’impasse del processo elettorale. Giovedì sera le forze governative avevano anche attaccato un hotel in città, che ospitava gli ex presidenti Hassan Sheikh e Sharif Sheikh Ahmed, provocando un pesante scontro a fuoco con le guardie di sicurezza.

La continua impasse del processo elettorale e l’emergente violenza preelettorale, secondo Igad, aumenta i rischi di instabilità e minaccia di erodere tutti i guadagni ottenuti nei processi di pace e di costruzione dello Stato e nella lotta al terrorismo.

L’Igad, secondo quanto riporta il sito di Radio Shabelle, chiede a tutti “i leader politici di allentare immediatamente la tensione e di impegnarsi nuovamente in modo costruttivo, nell’interesse del popolo somalo, al fine di concordare le modalità di condotta federale inclusiva, libera, equa, trasparente e credibile. elezioni senza ulteriori indugi”.

Critiche anche dallo Stato somalo del Jubaland che, secondo quanto riporta il sito Garowe online, condanna “il ricorso del governo alla forza eccessiva nel disperdere violentemente una manifestazione pacifica a Mogadiscio”. In una dichiarazione dell’ufficio del presidente, si esprime “profonda preoccupazione per gli incidenti che si stanno verificando nella capitale somala dopo che le forze somale si sono scontrate con i soldati fedeli ai candidati dell’opposizione”.

“Il ricorso alle forze armate durante le proteste pacifiche per il ritardo delle elezioni – riporta il sito di Garowe online – mostra un deterioramento della situazione dello stato di diritto e dei diritti alla libertà di espressione nel Paese del Corno d’Africa”.

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