Sierra Leone: venti le vittime degli attacchi a Freetown, prosegue la caccia all’uomo

di claudia

Sarebbero venti le persone rimaste uccise e quasi 2.000 detenuti i detenuti fuggiti durante l’attacco di domenica a una caserma militare, a una prigione e ad altre zone della Sierra Leone. Citato da Reuters, il portavoce dell’esercito, il colonnello Issa Bangura, ha detto che tra i 20 morti ci sono 13 soldati, tre assalitori, un ufficiale di polizia, un civile e una persona che lavora nella sicurezza privata. Otto persone sono state ferite e tre arrestate.

Circa 1.890 detenuti sono fuggiti dalla prigione centrale di Pademba Road dopo l’irruzione degli assalitori, secondo un rapporto della polizia di ieri. Finora ne sono rientrati 23, precisa la medesima fonte. Il Paese dell’Africa occidentale è stato gettato nel panico nelle prime ore quando gli assalitori hanno fatto risuonare gli spari nella capitale Freetown. Il governo ha incolpato “soldati rinnegati” che sono stati respinti.

Il Presidente Julius Maada Bio ha dichiarato in un discorso di domenica che la maggior parte dei leader dell’attacco è stata arrestata e che gli sforzi per catturare gli altri sono in corso. È stata avviata un’indagine.

In un’incursione di due ore, gli assalitori hanno sfondato il cancello principale con un veicolo dopo che colpi di arma da fuoco e un lanciarazzi non erano riusciti a fare breccia nelle difese della prigione, ha dichiarato il colonnello Shek Sulaiman Massaquoi, direttore generale ad interim del Sierra Leone Correctional Service. Ieri, un reporter della Reuters ha riferito di aver visto all’interno della prigione le porte delle celle rotte o rimosse del tutto e cumuli di rifiuti provenienti da una pulizia in corso.

 La polizia della Sierra Leone ha dichiarato di continuare la caccia alle persone coinvolte in quello che il governo ha descritto come un attacco pianificato e coordinato alla capitale.

Da Bbc si apprende che le autorità hanno offerto una ricompensa di 2.000 dollari  a chiunque abbia informazioni su un colpevole ancora in libertà, oltre a 1.000 dollari per qualsiasi indizio sui prigionieri evasi.

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