Nigeria: crisi energetica, quasi duecento milioni di persone al buio

di claudia
elettricità energia

Dall’inizio di questa settimana i nigeriani si trovano ad affrontare il collasso della rete elettrica pubblica nazionale, un crollo quasi completo che arriva in un contesto già segnato dall’esplosione dei prezzi dei carburanti e dalla scarsità di benzina in tutto il Paese, che conta circa 200 milioni di persone, largamente utilizzata anche per alimentare generatori e gruppi elettrogeni.

Se i prezzi della poca benzina reperibile, sostenuti dalle sovvenzioni pubbliche, sono rimasti piuttosto stabili quelli del diesel sono saliti alle stelle: nelle ultime due settimane, il prezzo del gasolio per alimentare i generatori è più che triplicato: due settimane fa un litro di diesel costava l’equivalente di 0,40 centesimi di euro, oggi è arrivato a 1,60. Secondo alcune testimonianze raccolte da Rfi l’uso quasi esclusivo dei generatori ha fatto aumentare enormemente i costi delle attività: “Prima potevamo reggere un’intera giornata lavorativa con 10 euro di diesel per i nostri due generatori. Oggi spendiamo più di 30 euro al giorno e i generatori funzionano 24 su 24, sette giorni alla settimana” ha detto Anas Musa Muhammed, che gestisce una sartoria a Lagos.

I problemi vanno oltre l’approvvigionamento elettrico e il carburante: anche i prezzi dell’acqua potabile sono aumentati enormemente, anche perché in molte realtà vengono utilizzati i generatori per prelevare l’acqua dai pozzi. Una crisi, questa, che colpisce direttamente le famiglie più indigenti. Nei quartieri più poveri di Lagos e Abuja, si legge sui giornali nigeriani, sono sempre di più le famiglie che faticano a sostenere questa crisi e diverse cronache raccontano come centinaia di persone trascorrano la notte in strada pur di dormire al fresco.

Nel bel mezzo di questa crisi senza precedenti, il ministro delle Finanze nigeriano ha confermato, lo scorso fine settimana, l’eliminazione totale dei sussidi all’energia elettrica, le cui tariffe sono leggermente aumentate a febbraio, e il presidente nigeriano Muhammadu Buhari nelle scorse ore si è scusato pubblicamente per le difficoltà che i nigeriani stanno attualmente affrontando.

Nonostante sia il più grande produttore petrolifero africano, la Nigeria è costretta a importare tutto il carburante raffinato di cui ha bisogno. La crisi, che mostrava segnali già a dicembre, è esplosa un mese fa con il ritiro dal mercato di milioni di litri di benzina adulterata, cosa che ha causato un sostanziale blocco in tutte le pompe di benzina del Paese. Blocco che perdura ancora oggi. Il presidente dell’autorità regolatoria del mercato elettrico nigeriano (Nerc), Sanusi Garba, ha ammesso che c’è stato un aumento delle tariffa dell’elettricità durante la crisi energetica, il mese scorso, definendolo “normale”. Il segretario generale dell’associazione di produttori petroliferi nigeriani, Clement Isong, ha dichiarato a Vanguard che in realtà la benzina è disponibile nei depositi di Lagos e Suleja ma esiste attualmente un problema di trasporto della stessa ai distributori, a causa proprio degli alti costi del diesel. 

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