Marocco: re Mohammed VI sul Sahara Occidentale, o con noi o senza di noi

di claudia
mohammed VI

di Céline Camoin

Il re del Marocco Mohammed VI chiede ai partner internazionali di esprimere posizioni chiare e senza ambiguità sulla questione del Sahara Occidentale. Lo ha fatto in occasione del 69° anniversario della Rivoluzione del Re e del Popolo, attraverso un discorso pubblico nel quale auspica posizioni chiare e inequivocabili.

Il territorio del Sahara Occidentale, che confina con Mauritania e Algeria, è considerato territorio marocchino da Rabat, ma è considerato territorio occupato dal Fronte Polisario e i suoi sostenitori sahrawi e algerini, che conducono una battaglia, anche armata, per l’indipendenza. La comunità internazionale è divisa sulla situazione, che dal 1975 è oggetto di contese e controversie.

“La questione del Sahara è il prisma attraverso il quale il Marocco considera il suo ambiente internazionale. È anche chiaramente e semplicemente il metro che misura la sincerità delle amicizie e l’efficacia dei partenariati che stabilisce”, ha detto il Sovrano. “Per quanto riguarda alcuni Paesi che sono tra i nostri partner, che essi siano tradizionali o nuovi, con posizioni ambigue, ci aspettiamo che chiariscano e rivedano la sostanza del loro posizionamento”.

Mohammed VI ha ricordato che negli ultimi anni sono stati fatti “grandi passi avanti” a livello regionale e internazionale, “tutti favorevoli alla posizione giusta e legittima del Regno sulla marocchina del Sahara”. Ha citato Paesi influenti come gli Stati Uniti d’America che, nonostante il cambio di amministrazione o l’evoluzione della situazione economica, sono rimasti costanti nel loro sostegno all’iniziativa di autonomia, “considerata come l’unica via possibile per la risoluzione di questo conflitto regionale artificiale”.

Ha poi elogiato la posizione della Spagna, “chiara e responsabile”, e apprezzato le posizioni “costruttive” di Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Serbia, Ungheria, Cipro e Romania. “In parallelo a questo sostegno, una trentina di Paesi hanno aperto consolati nelle province meridionali (il Sahara occidentale o marocchino, Ndr), dimostrando così il loro “sostegno chiaro e distinto per l’integrità territoriale del Regno e la maroccanità del Sahara”.

Il re del Marocco ha poi citato gli esempi di Giordania, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Gibuti e Comore, che hanno aperto consolati a Laayoune e a Dakhla, e il Consiglio di cooperazione del Golfo, l’Egitto e lo Yemen, per il sostegno. Nella lista dei ringraziamenti ai partner ha citato i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, molti dei quali hanno aperto consolati nel Sahara marocchino come altri hanno deciso di espandere il loro dominio di competenza consolare nelle province meridionali.

La recente svolta della Spagna a favore del Marocco ha causato la rottura sia politica che economica con le autorità di Algeri, principale alleata del Polisario e della repubblica araba sahrawi democratica (Rasd). 

Il Marocco e il Sahara Occidentale sono due Paesi distinti. Lo afferma il ministero dell’Informazione sahrawi, reagendo al discorso del re del Marocco questo fine settimana. “Il Marocco adotta deliberatamente la politica della fuga in avanti per silurare gli sforzi internazionali volti alla decolonizzazione dell’ultima colonia in Africa”, specifica un comunicato del ministero, diffuso dall’agenzia Sps. Afferma che lo status giuridico del Sahara occidentale è stato definito in modo chiaro, richiamando le decisioni inequivocabili delle Nazioni Unite, dell’Unione Africana (Ua), dell’Unione Europea (Ue), della Corte internazionale di giustizia e della Corte di giustizia europea.

Secondo il ministero dell’Informazione saharawi, “l’incapacità dello Stato di occupazione marocchino, per più di quattro decenni, di legittimare la sua iniqua occupazione militare, lo pone in una situazione di tensione e irritazione”. Uno stato che “prende di mira qualsiasi partito che non appoggia flagranti violazioni delle disposizioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”.

“Questa tendenza all’ostinazione è diventata un indicatore costante del regime Makhzen, che si nota ogni volta che la situazione interna del Regno raggiunge uno stadio avanzato di tensione”, denunciano i sahrawi.

Il ministero dell’Informazione ha inoltre riaffermato che “il popolo sahrawi, sotto la guida del Fronte Polisario, suo unico legittimo rappresentante, perseguirà risolutamente la sua guerra di liberazione con tutti i mezzi legittimi, in particolare la lotta armata, fino al completamento della sovranità del suo Stato su tutto il suo territorio nazionale”.

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