Mali, lo strumento M’Bolon tra le espressioni culturali da salvaguardare

di claudia

Le pratiche e le espressioni culturali legate al M’Bolon, uno strumento musicale a percussione tradizionale del Mali, sono state iscritte nella Lista di salvaguardia urgente del Patrimonio immateriale dell’umanità, durante la XVI sessione del comitato intergovernativo.

Come ricorda la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) in una nota, il M’Bolon è uno strumento musicale con una grande cassa di risonanza calabash ricoperta di pelle di mucca e un collo di legno a forma di arco con corde. Per amplificare le vibrazioni del suono, il suonatore indossa spesso un dispositivo simile a una campana fatto di piastre metalliche con piccoli lobi di forma ovale. Questo dispositivo è dotato di piccoli anelli di ferro e fissato alla mano del suonatore per mezzo di un cuscinetto con corde o un elastico.

Il numero di corde del M’Bolon determina il suo utilizzo. I M’Bolon a una o due corde sono usati per eventi e celebrazioni popolari, così come per rituali e cerimonie religiose. I M’Bolon a tre e quattro corde sono i più comuni e sono usati per accompagnare le lodi dei capi tradizionali, celebrare le gesta eroiche dei re, accompagnare i contadini nei campi e svegliare i guerrieri. Il M’Bolon può essere suonato da solo o con altri strumenti, tra cui lo xilofono, il tamburo parlante e i liuti. È suonato nel sud del Mali da persone di tutte le etnie, generi e religioni, e viene insegnato attraverso apprendistati e da associazioni locali.

Tuttavia – precisa Unesco – c’è un numero limitato di iniziati, e la pratica è minacciata da fattori come l’urbanizzazione, l’introduzione di religioni che proibiscono i riti e le pratiche iniziatiche tradizionali, oltre che il calo di interesse tra i giovani.

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