Mali: la Francia annuncia il ritiro delle truppe, non è fallimento secondo Macron

di claudia

La Francia “rifiuta il termine ‘fallimento’ in Mali” dopo l’annuncio di questa mattina del ritiro militare dal Paese. Lo ha detto il presidente Emmanuel Macron in una conferenza stampa tenuta poco dopo la diffusione di un comunicato stampa congiunto firmato dalla Francia, dai Paesi europei coinvolti nella forza Takuba e dal Canada, che annuncia ufficialmente la fine della loro presenza militare in Mali.

Parigi ha però assicurato che una parte dei soldati presenti in Mali saranno riassegnati al Niger, nella regione di confine. Emmanuel Macron ha infatti affermato di voler “coinvolgere e sostenere di più i Paesi vicini del Sahel” precisando che, a suo avviso, “il coordinamento transfrontaliero è essenziale per contrastare l’insicurezza”. Per quanto riguarda specificamente il Mali, ha detto che la Francia non può “rimanere militarmente coinvolta con autorità de facto” di cui non condivide “la strategia e gli obiettivi nascosti”.

Sul terreno, questo ritiro “comporterà la chiusura degli avamposti di Gossi, Ménaka e Gao” che “sarà effettuata in modo ordinato, con le forze armate maliane e la missione delle Nazioni Unite in Mali”.

Le operazioni di ritiro saranno pianificate nei prossimi 4-6 mesi “in buona intesa con gli eserciti maliani”, ha sottolineato infine Emmanuel Macron.

La Francia, i suoi partner europei e il Canada hanno annunciato oggi il ritiro delle forze militari dal Mali dopo nove anni di intervento contro i gruppi jihadisti. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Eliseo dopo la riunione tenutasi ieri sera tra i partner africani ed europei per discutere la situazione nel Sahel, alla vigilia del Vertice tra l’Unione europea e l’Unione africana.

Le forze Barkhane e Takuba lasceranno quindi il Mali in un “ritiro coordinato”, si legge nella dichiarazione congiunta nella quale viene specificato che “a causa di molteplici ostruzioni da parte delle autorità di transizione maliane”, i Paesi ritengono che non ci siano più le condizioni politiche, operative e giuridiche per continuare efficacemente il loro attuale impegno militare. “Restiamo impegnati a sostenere il Mali e il suo popolo nei loro sforzi per raggiungere una pace duratura e la stabilità”, si legge tuttavia nella nota.

Questa decisione arriva in un contesto di crisi acuta tra Parigi e Bamako, che non ha smesso di crescere dopo il colpo di Stato militare del 18 agosto 2020. Al centro di queste tensioni ci sono il presunto arrivo di mercenari russi del gruppo Wagner in Mali, l’espulsione dell’ambasciatore francese e l’espulsione di un contingente di soldati danesi.

Condividi

Altre letture correlate: