Mali: escalation di violenza e abusi dei diritti umani nell’ultimo anno

di Valentina Milani

L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha espresso la propria preoccupazione per l’escalation di violenza e di abusi dei diritti in Mali registrata dallo scorso agosto. Lo si apprende da un comunicato diffuso dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr)

Ci sono stati ripetuti attacchi negli ultimi sei mesi da parte di gruppi come la Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimin (Jnim) e lo Stato islamico nel Grande Sahara (Isgs), sottolinea la nota riferendo che la Divisione diritti umani e protezione della Missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) ha registrato 617 abusi dei diritti umani, tra cui 165 uccisioni (147 uomini, nove donne, sette ragazzi e due ragazze) da parte di gruppi armati da gennaio a giugno 2021. Ciò rappresenta un aumento di circa il 37% rispetto ai 449 abusi, tra cui 121 uccisioni, documentati da agosto a dicembre 2020.

Secondo l’Ohchr, l’esempio eclatante del deterioramento della situazione dei diritti umani in tutto il Mali è il forte aumento dei rapimenti, in gran parte da parte di gruppi armati e milizie a base comunitaria nel Mali centrale, in particolare la milizia Da Na Ambassagou, e anche da gruppi armati come la Jnim.

Durante i primi sei mesi del 2021, la Minusma ha documentato almeno 328 rapimenti (307 uomini, 11 ragazzi, nove donne e una ragazza), significativamente di più dei 187 casi documentati durante il 2020 e un aumento di quattro volte rispetto ai rapimenti del 2019.

Inoltre, dalla nota si apprende che la Minusma ha registrato un forte aumento delle violazioni da parte di attori statali nella prima metà del 2021 – passando da 53 violazioni registrate tra agosto e dicembre 2020 a 213 violazioni tra gennaio e giugno di quest’anno. Di queste, 155 violazioni sono state perpetrate dalle forze di difesa e sicurezza del Mali (Mdsf), comprese le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie di 44 civili. Queste 155 violazioni rappresentano circa il 73% di quelle commesse da attori statali.

“Esorto nuovamente le autorità del Mali a rompere il ciclo dell’impunità e a stabilire indagini rapide, approfondite, imparziali ed efficaci su tutte le accuse di violazioni e abusi dei diritti umani, comprese quelle commesse dai militari. La responsabilità deve prevalere per assicurare la pace”, ha sottolineato l’Alto Commissario. “Noto che il primo ministro del Mali ha recentemente dichiarato di essere impegnato a porre fine all’impunità e quindi invito il governo a tradurre questo impegno in azione senza indugio”.

“Chiedo anche al governo di fare passi concreti verso l’attuazione efficace e rapida delle raccomandazioni della Commissione internazionale d’inchiesta”, ha aggiunto Bachelet esortando “le autorità del Mali a garantire il rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani, e ad adottare misure per migliorare l’equilibrio di genere nei ruoli di leadership durante questo periodo di transizione”.

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