Libia | Berlino, accordo su una soluzione politica

di Enrico Casale
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Fine dell’escalation militare e ricerca di una soluzione politica: sono questi i punti di maggior rilievo cui si è giunti alla conferenza sulla crisi libica che si è tenuta ieri 19 gennaio a Berlino.

«Non abbiamo risolto tutti i problemi – ha detto Angela Merkel, la canecelliera tedesca che ha ospitato l’incontro -, ma abbiamo creato lo spirito, la base per procedere sul percorso Onu definito da Ghassem Salamé».

Ma come potrà essere raggiutno un definitivo cessate-il-fuoco? Per rispondere è necessario leggere il documento finale della Conferenza di Berlino sulla Libia, diviso in 6 capitoli per 55 punti complessivi, che auspica la creazione di un gruppo di esperti per le riforme.

I punti chiave del documento finale sulla Libia sono: un cessate-il-fuoco che duri nel tempo, una nuova configurazione politica con un governo di unità nazionale, il rispetto senza passi indietro dell’embargo delle armi e la gestione condivisa dei proventi ricavati dagli idrocarburi

È stato messo a punto un piano molto ampio, tutti i partecipanti alla Conferenza di Berlino hanno collaborato in modo molto costruttivo e tutti sono d’accordo sul fatto di rispettare l’embargo delle armi «con maggiori controlli rispetto al passato», ha affermato la cancelliera Angela Merkel nella conferenza stampa al termine della conferenza.

Un altro punti chiave del documento finale è il dossier sul petrolio: si prevede la creazione di un gruppo di esperti per difendere la National Oil Company, società petrolifera statale.

«La conferenza di Berlino ha raggiunto i risultati che si era data. Non sono stati risolti tutti i problemi, ma è stato compiuto il passo in avanti che aspettavamo. Tutti gli attori al tavolo, coinvolti nel conflitto in Libia, hanno infatti firmato una dichiarazione finale che contiene quanto richiesto dall’Italia in queste settimane – è quanto scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -: bisogna comunque essere cauti e continuare a lavorare ogni giorno».

Cautela giustificata anche dal fatto che, proprio mentre si discuteva a Berlino, le truppe di Khalifa Haftar continuavano la loro offensiva alla periferia di Tripoli.  La strada verso la pace è ancora lunga.

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