Le persone meticce sono ancora discriminate in Belgio

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Secondo un rapporto presentato nei giorni scorsi dall’organizzazione non-governativa African futures lab le persone meticce, figli e nipoti delle unioni tra europei e africani durante l’era coloniale in Africa centrale, sono tra quelle persone totalmente dimenticate dalle politiche di riparazione del Belgio. Secondo l’associazione, le riparazioni non vengono applicate allo stesso modo alle persone di razza mista che vivono oggi in Belgio e a quelle rimaste in Africa centrale.

Come ricorda Rfi, nel 2018 il Parlamento belga ha adottato un elenco di 11 raccomandazioni (non vincolanti) volte a rispondere alle richieste delle persone meticce afro-europee, dopo la politica di segregazione e di rapimenti forzati di cui furono vittime durante la colonizzazione belga nella Repubblica democratica del Congo, in Ruanda e in Burundi. Si tratta di migliaia di bambini, strappati alle famiglie africane, abbandonati dai padri bianchi e rinchiusi con la forza negli istituti religiosi per via del colore della pelle.

Dal 2018 tuttavia il governo belga ha facilitato l’accesso di queste persone agli archivi coloniali, ha sostenuto un programma di ricerca sulle loro origini e ha concesso numerosi certificati di nascita a coloro che ne erano sprovvisti. Misure di cui, tuttavia, non riescono a beneficiare le persone meticce che non vivono in Belgio.

“La prima richiesta riguarda la questione della nazionalità: dicono di avere padri belgi e che quindi dovrebbero poter avere la nazionalità belga. C’è anche la questione del sostegno sanitario, sia fisico che mentale, per le conseguenze di ciò che hanno vissuto” ha detto Geneviève Kaninda, advocacy officer di African futures lab, spiegando che le richieste delle persone meticce in Rdc, Ruanda e Burundi vengono spesso ignorate dalle autorità del Belgio. Ma non sono le uniche discriminazioni che subiscono queste persone: la Ong infatti evidenzia anche lacune nei risarcimenti alle madri a cui sono stati portati via i figli, spesso con la forza, durante il periodo coloniale: il governo belga infatti non ha mai intrapreso alcuna azione “per cercare le madri africane ancora vive e per tentare di riparare” alle violenze subite, nonostante le ammissioni della politica, delle istituzioni e le risoluzioni del Parlamento di Bruxelles.

Nella risoluzione parlamentare belga del 2018 si menziona la realizzazione di una stele commemorativa che ricordi e commemori la storia dei meticci: dopo quasi 7 anni queste persone stanno ancora aspettando che la promessa belga si concretizzi. 

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