L’appello in difesa dell’ambiente dei “Last 20”

di claudia

Dal confronto tra i giovani leader ecologisti dei Paesi “Last 20” e quelli italiani che si è tenuto in questi giorni a Milano, è nato un documento di proposta a tutti i governi del mondo: in primo piano l’educazione ecologica e l’investimento di risorse economiche adeguate nei Paesi più poveri.

Includere e coinvolgere i più vulnerabili nella lotta al cambiamento climatico: questa la richiesta finale arrivata dalla tappa milanese di “The Last 20“, la piattaforma nata per dare voce e cambiare la narrazione sui venti Paesi più impoveriti del Mondo. Dal confronto è nato un documento che i promotori dell’iniziativa hanno sottoposto ai partecipanti alla PreCop, un incontro preparatorio alla conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Un documento nato “dal basso”, che ha raccolto il contributo di chi vive sulla propria pelle le conseguenze del cambiamento climatico, che verrà portato all’attenzione dei grandi della terra.

“Crediamo che le popolazioni locali e i giovani dovrebbero essere i protagonisti della risposta a questa crisi. Inoltre, riteniamo che il ruolo dell’educazione sia cruciale per lo sviluppo dei giovani e per determinare il futuro di ogni Paese, scrivono i delegati. L’allarme lanciato dal Sesto rapporto dell’IPCC ha reso ancora una volta più evidente che gli impegni presi dalla comunità internazionale per contenere l’aumento globale delle temperature entro 1,5 gradi non hanno sortito gli effetti desiderati e non sono stati affrontati con la dovuta urgenza. Tenendo a mente che siamo tutti sulla stessa barca, e avendo il giusto riguardo per le generazioni future, la piattaforma “The Last20” propone una serie di raccomandazioni per includere e coinvolgere i più vulnerabili nella lotta al cambiamento climatico. 

Tra le “raccomandazioni” rivolte a tutti i governi del mondo segnaliamo quella di inserire l’educazione ambientale in tutte le scuole, a partire da quelle elementari. Si chiede inoltre di includere con urgenza lo status di rifugiato climatico all’interno della Convenzione sui rifugiati del 1951 e nel Protocollo del 1957. E si sottolinea la necessità di investire adeguate risorse finanziarie per sostenere misure di adattamento e mitigazione del clima, a partire dall’Africa. Per visionare il documento completo, clicca qui.

Che cos’è Last 20

“The Last 20” è un evento unico e inedito: nasce infatti per esprimere l’urgenza di dare voce ai Paesi più “impoveriti” al mondo, secondo le statistiche internazionali, e di guardare ai grandi temi globali – quale salute globale, climate change, fame, migrazioni, accoglienza – con lo sguardo degli ultimi. “The Last 20” promuove la necessità di un “riequilibrio globale”, per superare le attuali, crescenti diseguaglianze tra Paesi e popoli, per ritrovare un’armonia tra la società umana e il patrimonio naturale e ripristinare la solidarietà tra generazioni, senza paternalismi e ascoltando il grido degli ultimiLe prime tappe di The Last 20 si sono tenute a Reggio Calabria, Roma, Abruzzo e Molise. Si chiuderà a Leuca, a fine ottobre

I Paesi Last 20 sono Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Haiti, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Somalia, Sudan e Yemen.

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