La strada, di Wole Soyinka

di AFRICA

L’Ashe (proprio l’Axê degli afrobrasiliani del Candomblé) è la Parola, soffio vitale, con la sua forza creatrice, o anche distruttrice. In questa pièce del Nobel nigeriano per la Letteratura, uscita nel 1965 e ora riedita in italiano, la Parola è in dialogo con un altro simbolo forte: «La strada, nel dramma e nella realtà – ha detto Soyinka in un’intervista –, rappresenta i molti passaggi che esistono all’interno del consesso umano e allo stesso tempo al di fuori, al di là di esso».

“Il Professore” è al centro di una vicenda che si svolge in un ambiente di poveri autotrasportatori, e i camion sono mezzi moderni che veicolano la vita, rendendo possibili il commercio e le relazioni (e, simbolicamente, anche la vita umana: «So che è stato concepito sul cassone di un camion»), come pure la morte, per i numerosi incidenti in cui essi incorrono e che provocano («Morì prima, per un camion che lo prese nella schiena. Gli schiacciò la schiena contro un carro di baccalà»).

«Sono uno spigolatore – dichiara il Professore prima della fine –. Non oso farmi influenzare dalle meraviglie. Fedele all’aria e alla vasta terra, bagno i piedi nella rugiada del mattino, cercando nella strada parole perdute. […] Ma ho interrotto la mia abitudine. Sono stato vinto dall’ostentazione di una singola parola […] Ho abbandonato la direzione e – giustamente – ho perso la strada. Questa è stata la vendetta della Parola». E, con un coltello ormai piantato nel corpo: «Respirate come la strada, siate perfino come la stessa strada…».

Questa è considerata una delle migliori opere teatrali di Soyinka (ebbe anche il primo premio al grande Festival delle Arti Negre di Dakar, 1966), dove lo “Shakespeare nero”, come lo definisce Roberto Mussapi, affronta i grandi temi della vita e della morte, del destino umano, con uno sguardo spirituale e politico al tempo stesso, e facendo ricorso alla cosmovisione yoruba sfidata dalla modernità.

L’opportuna introduzione al libro (certo… il teatro andrebbe visto/udito prima che letto!, anche per l’importanza della musica, della danza, dei costumi) è del traduttore Marco Grampa.

Calabuig, 2018, pp. 123, € 12,00

(Pier Maria Mazzola)

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