La sfida di Yvette, l’atleta ghanese che lotta contro l’inquinamento tessile

di claudia

L’atleta ghanese Yvette Tetteh si è fatta notare nei giorni scorsi per un’impresa sportiva ardua che porta con sé significati ben più ampi: è riuscita ad attraversare a a nuoto i ben 450 km del fiume Volta – il fiume più lungo del Paese – con la speranza di porre i riflettori su un dramma che colpisce da secoli il suo Paese: l’inquinamento dell’acqua, specialmente di rifiuti tessili, che mette a serio rischio l’ambiente dove è cresciuta. Un “colonialismo dei rifiuti” davanti al quale non si può rimanere impassibili.

Imprenditrice, atleta e attivista, Yvette ha messo in atto una campagna ambientale che l’ha vista di recente immergersi nelle acque del Volta, ma sta coinvolgendo altri bacini d’acqua del Ghana, riporta Okayafrica.com

La svolta è avvenuta nel 2022, quando l’atleta è entrata a far parte della Or Foundation come membro del consiglio per sostenere il loro lavoro nella giustizia ambientale e nella lotta al colonialismo dei rifiuti. Questo incarico le ha fatto capire quanto la situazione fosse seria e quanto bisognasse intervenire per fermare i rifiuti tessili lungo le coste del suo Paese.

Da Marzo 2023 Yvette ha cominciato a nuotare dalle 4 alle sei ore al giorno lungo il fiume Volta, mentre il suo team era intento a raccogliere campioni di acqua da analizzare in laboratorio. Per solidarietà è successo che in questi mesi alcuni le si affiancassero nella traversata, nuotando con lei per un po’ di tempo. L’impresa della nuotatrice ghanese è stata tutt’altro che semplice: nuotava tre volte al giorno, con la fatica delle correnti e dei venti che le si opponevano.

“La spedizione a nuoto” di Yvette è stato un modo per l’associazione di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento tessile di cui è vittima il Ghana e in particolare le acque, come è emerso anche dai campioni analizzati in laboratorio. Si tratta di un problema annoso quello dei danni provocati dall’ingente quantità dei vestiti di seconda mano che giungono in Ghana e non solo dall’Occidente. #StopWasteColonialism è stato coniato dalla Or Foundation per ritenere le aziende tessili del Nord del mondo responsabili dei danni che i loro vestiti di seconda mano stanno causando all’ambiente ghanese.

Solo al mercato di Kantamanto di Accra, riporta Okayafrica, situato ad Accra, vengono scaricati più di 15 milioni di vestiti e circa il 40 percento delle balle viene bruciato in diverse discariche in tutto il paese e alcuni vengono scaricati nell’oceano e in altri grandi bacini idrici, come il fiume Volta.

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