In calo la spesa militare in Africa secondo il Sipri

di AFRICA

La spesa militare in Africa è diminuita dell’8,4% nel 2018, facendo totalizzare una cifra complessiva stimata in 40,6 miliardi miliardi di dollari, ovvero il 2,2% della spesa militare globale. Lo sostiene l’ultimo rapporto annuale sul commercio di armi pubblicato due giorni fa dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), precisando che il dato conferma una tendenza al decremento positivo in corso ormai da quattro anni consecutivi.

Tuttavia, sottolinea l’agenzia InfoAfrica, i ricercatori del Sipri nel rapporto ricordano che, nonostante quattro anni consecutivi di diminuzioni, la spesa militare in Africa nel 2018 risulta ancora superiore del 9,2% a quella del 2009. La spesa militare in Nord Africa ha totalizzato 22,2 miliardi nel 2018, facendo segnare una diminuzione del 5,5% rispetto al 2017 e confermando il secondo anno consecutivo di declino. «Ciononostante – si legge nel rapporto –  la spesa nel 2018 è stata del 74% più alta rispetto al 2009».

Nell’Africa subsahariana, la spesa militare è stata di 18,4 miliardi di dollari nel 2018, in calo dell’11% rispetto al 2017 e inferiore del 21% rispetto al 2009. Una forte diminuzione che ha significato come, per la prima volta, il Nord Africa (con solo quattro Paesi) abbia speso più dell’Africa subsahariana (con 45 Paesi). Con un totale di 9,6 miliardi di dollari spesi nel 2018, l’Algeria ha avuto di gran lunga il più alto livello di spesa militare del continente africano. Mentre in termini nominali le spese militari dell’Algeria sono rimaste invariate dal 2016, l’inflazione ha comportato un calo delle spese militari in termini reali del 6,1% tra il 2017 e il 2018. Il calo delle spese militari in Angola e Sudan (-18% e -49%, rispettivamente) ha contribuito «in gran parte» al declino dei costi militari in Africa subsahariana nel 2018. Le spese militari dell’Angola sono diminuite per il quarto anno consecutivo nel 2018 fino a raggiungere i 2 miliardi di dollari. I prezzi del petrolio più bassi dalla metà del 2014 hanno messo a dura prova l’economia angolana, causando tagli alla spesa pubblica, compresa la spesa militare. Il Sudan ha affrontato una combinazione di crisi economica, continui conflitti violenti nella regione del Darfur e un’ondata di proteste antigovernative. «Ciò ha contribuito – scrivono gli esperti dell’Istituto di Stoccolma – a un andamento erratico delle spese militari del Sudan negli ultimi cinque anni, caratterizzato da diminuzioni della spesa in tre anni (2014, 2015 e 2018) e aumenti in due anni (2016 e 2017).

Un’altra notevole diminuzione delle spese militari nell’Africa subsahariana nel 2018 si è verificata nel Sud Sudan (-50%). «La caduta delle spese militari del Sud Sudan, la settima negli ultimi 10 anni, si è registrata – scrive il Sipri – nel contesto della guerra civile nel Paese, che ha spinto l’economia in ulteriore scompiglio». Con un totale di 59,4 milioni di dollari, le spese militari del Sud Sudan nel 2018 sono state solo il 4,2% del picco raggiunto nel 2011. Questa è una cifra bassa e non include il livello sconosciuto di finanziamenti alle forze armate. In contrasto con la tendenza alla riduzione delle spese in settore militare spicca la Nigeria, il Paese che spende maggiormente nel settore militare in Africa subsahariana dietro al Sudafrica, che nel 2018 ha aumentato le sue spese militari del 18% rispetto all’anno precedente, totalizzando quota 2 miliardi.

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