Il covid ferisce la fauna selvatica, allarme ranger

di Enrico Casale
ranger in Kenya

È sempre più difficile in Africa la vita dei ranger, costretti, dall’inizio della pandemia di covid-19, a subire drastici tagli alle risorse e un aumento del bracconaggio. Il tutto a causa del devastante impatto economico della pandemia. Un sondaggio condotto dall’organizzazione britannica Tusk e da Natural State, presso 60 organizzazioni per la conservazione della natura in 19 Paesi africani, ha rilevato che le ecoguardie non intravvedono alcun sollievo, poiché la pandemia continua a colpire le comunità e la fauna selvatica africane. “Le pressioni sulle aree protette africane minacciano di compromettere decenni di sviluppo e successo nella conservazione”, scrive la Tusk in un comunicato.

La crisi del covid – secondo la stessa fonte – ha eliminato i finanziamenti essenziali per la protezione della fauna selvatica che provengono dal turismo. Nel 2018, l’economia globale del turismo della fauna selvatica ha generato oltre 100 miliardi di dollari e ha fornito nove milioni di posti di lavoro, in tutto il mondo. “Ma il covid-19 ha portato alla fine quasi completa dei viaggi transfrontalieri, colpendo gravemente i paesi che dipendono dalle entrate del turismo come una parte significativa del loro Pil”.

Branco di leoni su una strada deserto nel Kruger Park, Sudafrica

Secondo uno studio del 2020 della Commissione mondiale delle aree protette, l’impatto della pandemia sulla generazione di entrate è stato così grave che quasi la metà delle aree protette in tutta l’Africa ha riferito di poter mantenere le operazioni di base solo per un massimo di tre mesi se le restrizioni imposte dal covid-19 continuassero a essere applicate.

Secondo Rhino Ark, Parco nazionale di Aberdares, in Kenya, le entrate turistiche per il Kenya Wildlife Service (Kws) sono diminuite del 96%, provocando tagli di budget ai programmi governativi per la sicurezza della fauna selvatica e delle foreste.

Effetto collaterale degli stress economici del covid sulle comunità e della ridotta presenza dei ranger, un aumento del bracconaggio, che si prevede aumenterà ulteriormente. Tali difficoltà esercitano ulteriori pressioni sulle aree protette poiché le comunità aumentano l’uso delle risorse naturali per sopravvivere.

Per offrire un contributo la Tusk ha rilanciato la Wildlife Ranger Challenge, un’iniziativa di raccolta fondi multimilionaria a sostegno delle migliaia di uomini e donne in prima linea nelle aree protette. La gara di 21 km si è svolta sabato 18 settembre e ha visto partecipare più di 150 squadre di ranger in tutta l’Africa. Nel 2020, la prima edizione della Wildlife Ranger Challenge ha raccolto 10 milioni di dollari per supportare oltre 9.000 ranger che lavorano collettivamente per proteggere più di 4.000.000 di km quadrati di aree protette in tutta l’Africa fornendo stipendi, attrezzature e costi operativi.

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