Guinea Bissau, un misterioso tentativo di colpo di stato

di claudia

Un mistero difficile da decifrare. Così fonti ben informate sul posto hanno commentato a InfoAfrica/Africa Rivista quanto accaduto nel primo pomeriggio di martedì a Bissau, quando colpi d’arma da fuoco sono echeggiati attorno al palazzo del governo mentre era in corso un Consiglio dei ministri straordinario alla presenza del capo dello Stato, Umaro Sissaco Embalo, del primo ministro Nuno Gomes Nabiam e degli altri componenti dell’esecutivo.

di Valentina Milani

“Gli spari sono durati per alcune ore. Non è stata una cosa breve. Le scuole e gli uffici nella città sono stati immediatamente chiusi e c’è stato un fuggi fuggi generale delle persone verso le proprie abitazioni”, ha detto la fonte precisando però che il giorno seguente la calma era già tornata nella capitale della Guinea Bissau e che il presidente ha dichiarato subito che gli autori del tentato golpe non erano militari intenti a destituirlo, bensì uomini legati al narcotraffico in un Paese che è considerato uno dei punti di snodo del commercio di droga tra America latina ed Europa.

A destare sospetti, secondo la fonte interpellata dalla nostra redazione, sono le modalità in cui è avvenuto quello che è stato definito un tentato golpe e le modalità con cui è stato gestito dal presidente. Modalità che non permettono di comprendere “da chi è stato perpetrato l’attacco e con quali obiettivi”.

Secondo il nostro interlocutore a Bissau, “se davvero si è trattato di un tentativo di golpe, il luogo scelto era il peggiore”: il palazzo presidenziale è infatti enorme, ha diverse vie di uscita ed è presidiato costantemente da numerose forze di sicurezza. “Infatti numerosi ministri sono riusciti a scappare subito in una vicina missione cattolica”. Ma anche la versione del legame con i narcotrafficanti è stata, secondo la fonte, “fin troppo affrettata”.

Pertanto inizia a circolare a Bissau il sospetto che si sia trattato di un’invenzione architettata ma, precisa l’interlocutore, “so di per certo che i ministri che sono riusciti a fuggire erano letteralmente sconvolti dall’accaduto”. Inoltre, precisa, “mettere in scena un attacco simile è molto pericoloso”, infatti ci sono stati undici morti e avrebbero potuto esserci vittime anche nelle file del governo.

Quali, pertanto, i vantaggi di una tale messa in scena? “Il vantaggio ci sarebbe stato se il presidente avesse accusato i partiti dell’opposizione e Domingos Simoes Pereira ma non lo ha fatto”, spiega la fonte aggiungendo che un colpo di Stato in Guinea era – ed è – prevedibile a causa della maggioranza incerta del governo e di alcune spaccature interne, tra cui la rivalità tra il presidente Embalò e il primo ministro Nabiam. Il tutto in un contesto di forte malcontento sociale: “i prezzi sono aumentati e le persone non possono contare sul diritto all’istruzione e alle cure mediche in quanto gli scioperi nei due settori si susseguono da anni. I medici e gli insegnanti non vengono pagati mentre sono enormi le spese dell’entourage al potere”.

Perseguendo l’ipotesi della messa in scena, questa mossa potrebbe servire al presidente per fare cambiamenti nelle file dell’esercito e all’interno del governo al fine di centralizzare sempre di più i propri poteri in una repubblica che – sottolinea la fonte – “non è presidenzialista, ma semi-presidenzialista”.

Sulla possibilità di fare chiarezza circa quanto avvenuto, l’interlocutore di InfoAfrica/Africa Rivista ha dei dubbi e ricorda anche come la vicenda dell’aereo non registrato atterrato misteriosamente a Bissau con l’approvazione del presidente sia stata insabbiata.

A non giocare a favore della trasparenza è il presunto coinvolgimento, denunciato più volte, del presidente nel narcotraffico. “Proprio per questo anche la versione dell’attacco perpetrato da narcos non sta in piedi: il presidente millanta una lotta al traffico di droga che in realtà il suo governo non ha mai portato avanti”.

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