Gibuti, l’opposizione prepara il dopo Guelleh

di Enrico Casale
manifesto pro guelleh

Tre partiti politici, il movimento armato Frud, quattro Ong e una dozzina di attivisti hanno firmato la Carta per una transizione democratica di Gibuti. La carta, secondo quanto riporta il sito di Radio France Internationale, prevede un possibile processo di transizione di due anni con nuove istituzioni e profonde riforme politiche, di sicurezza e persino economiche. Per Adan Mohamed Abdou, presidente del partito Ard, questo documento serve a preparare il Paese a una futura fine della presidenza di Guelleh per evitare l’anarchia.

“Vogliamo che la futura transizione avvenga in modo pacifico – ha detto all’emittente francese -. Ma non possiamo anticipare questo o quello scenario. Quando il regime cesserà, non dovremmo sorprenderci, non dovremmo lasciare che il caos prenda il sopravvento. Quando il regime verrà rovesciato, sarà questa carta che sarà operativa per noi e ci stiamo già preparando a subentrare”. Più che un testo, la Carta si presenta come l’atto formativo di una nuova formazione politica, con un programma in preparazione.

Il documento è stato presentato a pochi giorni dalle elezioni del 9 aprile nelle quali il presidente Guelleh cerca la riconferma per un quinto mandato. Tornata elettorale che è stata boicottata dall’opposizione. A sfidare il presidente ci sarà solo Zakaria Ismael Jafar, un candidato indipendente che si presenta come un politico anti-sistema che sostiene il rinnovamento.

“L’opposizione gibutina è totalmente disorientata – afferma Daoud Houmed, portavoce della maggioranza -. La transizione democratica a cui si riferisce non è decretata né a Nantes (in Francia, dove è stata firmata la Carta), e ancor meno a Bruxelles. Si decide con il voto delle urne. Spetta al popolo sovrano di Gibuti decidere a chi affidare i destini del Paese. Di conseguenza, il popolo sovrano non può fidarsi di una coalizione totalmente irresponsabile”.

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