Formaggio in Karamoja, le sfide della trasformazione in una società in cambiamento

di claudia

a cura di No One Out

Nel corso della sua quarantennale storia in Uganda, No One Out è intervenuta con progetti nell’area meno sviluppata del Paese. Fra le tante iniziative promosse in Karamoja, raccontiamo della piccola organizzazione “Ciride”, del tentativo di promuovere una produzione di formaggi e latticini, e del primo casaro karimojong.

Nel semiarido nord-est ugandese, in Karamoja, una piccola organizzazione locale comunitaria chiamata Ciride (Chekwii Initiative for Rural and Integrated Development) ha avviato il primo, per ora unico, centro sperimentale di trasformazione del latte nella regione. Grazie alla vendita di formaggio e di altri sottoprodotti come il siero, Ciride cerca di generare una nuova forma di reddito per gli allevatori e creare valore in una filiera ancora inesplorata in una delle aree più problematiche del Paese, dove il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e l’insicurezza dovuta alle razzie armate sono sfide molto complesse ma, forse, anche opportunità.

In Karamoja il latte di origine bovina o caprina è da sempre parte integrante della dieta e della vita quotidiana. La popolazione dei Karimojong, composta in parte da pastori seminomadi, stanziati in Uganda ma originari dell’Etiopia, vive a stretto contatto con il bestiame, da cui ricava prestigio sociale, simbologia culturale e nutrimento. Proprio il latte, infatti, insieme al sangue, è il principale alimento dei pastori che, spostandosi con le mandrie per molti chilometri alla ricerca di acqua e erba, spesso non possono procurarsi altro tipo di cibo che quello offerto dai loro animali. Oltre al latte, uno degli alimenti più popolari in Karamoja è una tipologia di burro diffusa in molte zone dell’Africa, detto ghee, che viene prodotto in zucche svuotate e utilizzato in cerimonie tradizionali.

Ciride è nata dalla collaborazione tra alcuni formatori locali e No One Out (ex Svi), ong bresciana che fin dal 1984 lavora con i Karimojong per lo sviluppo agricolo e la formazione professionale.

Oggi, gli allevatori del posto riescono a fornire settimanalmente il latte per la trasformazione e Ciride sta lentamente aumentando il proprio mercato e vende a scuole, hotel, supermercati e famiglie nel capoluogo della regione, Moroto, cittadina turistica che sta crescendo a vista d’occhio sia per popolazione che per urbanizzazione. Nonostante l’apparente abbondanza di bestiame in Karamoja, la principale sfida alla produzione rimane sicuramente l’approvvigionamento in latte, come confermano Rachel e Rose, allevatrici.

«Recentemente l’insicurezza dovuta alle razzie di bestiame è tornata ad essere un grande problema», spiega Rachel, che con Rose è fornitrice di Ciride. «Spesso capita che ad alcuni allevatori venga rubato tutto il bestiame, o buona parte, in una notte sola! In simili condizioni è difficile avere costantemente buone quantità di latte ed è un peccato, perché così non si riesce a soddisfare la domanda di formaggio e tanto noi come Ciride perdiamo opportunità di guadagno». «Inoltre», aggiunge Rose, «l’irregolarità delle piogge costringe gli animali a pascolare molto lontano dai villaggi ed è molto difficile gestire queste distanze e la programmazione delle forniture. I furti non ci permettono nemmeno di tentare incroci con razze a maggior rendimento, come le frisone, con le quali si era fatto un tentativo, in passato, grazie a No One Out. Purtroppo abbiamo perso quegli animali per colpa delle razzie».

Quando il latte è reperibile, Ciride riesce a mantenere una produzione quotidiana e, grazie alla recente espansione della regione, allo sviluppo di infrastrutture e alla presenza di strade asfaltate, la possibilità di crescita economica diventa concreta.

Negli ultimi anni Ciride e No One Out si sono occupati della formazione di Obaldo Loput, un giovane karimojong oggi casaro specializzato a tutti gli effetti, che ha appreso le principali tecniche di produzione casearia (caciotte, ricotta e yogurt) e di identificazione e formazione dei fornitori di latte, in particolar modo sulle tematiche dell’igiene e della sicurezza degli alimenti, della loro conservazione e sulla corretta mungitura. Queste le sue considerazioni sul progetto: «Nonostante i problemi logistici e di reperimento del latte, stiamo continuando a vendere. Vorrei produrre di più perché spesso la domanda supera l’offerta, ma spero che con le nuove strade, la pace e i progetti a sostegno degli allevatori possiamo pervenire alla sostenibilità economica in breve tempo».

La trasformazione delle materie prime come il latte è indicata come una priorità assoluta nei piani di sviluppo rurale del governo ugandese, per cercare di creare circuiti virtuosi e il miglioramento delle condizioni economiche e sociali lungo tutta la filiera. Fatto quindi il bilancio tra vecchi ostacoli e nuove opportunità, resta solo da vedere se le grandi sfide che attraversano il Karamoja verranno affrontate dalle autorità e dalla società civile in modo costruttivo. In questo senso, No One Out e Ciride supportano la valorizzazione delle imprese locali e del loro lavoro, convinti che faranno da traino per percorsi, più ampi, di pace.

(contenuto redazionale di Coopera in Africa)

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