Etiopia, Tplf accusa l’Eritrea di una nuova offensiva

di claudia

Il Fronte popolare di liberazione dl Tigray (Tplf) ha dichiarato ieri che l’Eritrea sta estendendo la sua offensiva nel Tigray. In una nota, rilanciata dall’Associated Press, le forze del Tigray hanno affermato che l’esercito eritreo ha lanciato “un’ampia offensiva” in direzione delle città di Rama, Zalambessa e Tserona. Il Tplf ha invitato la popolazione locale a “intensificare ulteriormente la loro campagna di autodifesa”. Le comunicazioni con le zone colpite dai combattimenti sono interrotte. L’Ap non è stata in grado di verificare le affermazioni del Tplf.

Le ostilità tra le forze del Tigray e il governo federale etiope sono riprese a fine agosto, interrompendo una fragile tregua che era stata siglata a marzo. “Stiamo assistendo ai combattimenti più pesanti dalla ripresa della guerra (il 24 agosto, ndr)”, ha detto all’Ap un operatore umanitario con sede nella città di Rama, nel Tigray, tramite Telegram. La fonte ha poi continuato: “Molti civili sono stati uccisi e grandi edifici e infrastrutture distrutte, principalmente da armi pesanti sparate dalla parte eritrea”.

Ieri il presidente etiope Sahle-Work Zewde ha detto ai parlamentari che il governo si è impegnato a porre fine alla guerra e a negoziare senza alcuna precondizione. “Ma qualsiasi provocazione sarà accolta con le misure necessarie”, ha aggiunto.

I nuovi combattimenti hanno interrotto le consegne di aiuti al Tigray, dove cinque milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Nei nuovi scontri, l’Eritrea è scesa in campo massicciamente. Il mese scorso, i ribelli del Tigray hanno affermato che Asmara aveva inviato truppe attraverso il confine settentrionale del Tigray. A quel tempo, Mike Hammer, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa, disse che Washington era a conoscenza dei movimenti di truppe eritree nel Tigray e li ha descritti come “preoccupanti”.

Un diplomatico ad Addis Abeba, la capitale etiope, ha detto all’Ap che circa 100.000 soldati eritrei, organizzati in dieci divisioni meccanizzate, sono coinvolti negli attuali combattimenti. Le immagini satellitari del mese scorso hanno mostrato un vasto raggruppamento militare all’interno dell’Eritrea, vicino al confine con il Tigray.

Numerosi attacchi di droni hanno preso di mira le città del Tigray, inclusa la capitale Macallè, nelle ultime settimane. Dimtsi Weyane, un’emittente televisiva con sede nel Tigray, ha mostrato immagini di persone uccise in un attacco di droni il 7 ottobre.

Sia i ribelli del Tigray sia il governo federale dell’Etiopia hanno dichiarato la scorsa settimana di essere pronti a partecipare ai colloqui di pace mediati dall’Unione africana. Secondo l’Ua, i colloqui si sarebbero dovuti tenere in Sudafrica l’8 ottobre. Ma sono stati ritardati in attesa che le questioni logistiche e le disposizioni di sicurezza fossero risolte.

Milioni di persone nell’Etiopia settentrionale, comprese le regioni vicine di Amhara e Afar, sono state sradicate dalle loro case e si ritiene che decine di migliaia di persone siano state uccise dallo scoppio del conflitto. 

Il conflitto tra il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), un gruppo politico che governa la regione settentrionale per decenni, e le forze del governo centrale etiope è iniziato nel novembre 2020. Dopo una tregua di cinque mesi, iniziata a marzo, ad agosto sono ripresi i combattimenti. Negli scontri si è inserita anche l’Eritrea che, secondo fonti statunitensi, avrebbe inviato sul confine almeno 100.000 uomini per combattere i miliziani del Tplf. 

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