Etiopia, non si fermano gli abusi nella regione del Tigray

di claudia

Attivisti per i diritti umani in Etiopia hanno denunciato ieri la decisione della Commissione per i diritti dell’Unione africana (Ua) di interrompere le sue indagini sugli abusi contro le donne commessi durante la guerra civile nella regione del Tigray. Lo riportano le agenzie internazionali.

Gli attivisti sostengono che la Commissione africana per i diritti umani e dei popoli “potrebbe aver ceduto alle indebite pressioni politiche del governo etiope”. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha ordinato un’indagine separata sugli abusi da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto civile nel 2021, ma il governo dell’Etiopia sostiene da sempre che le indagini potrebbero minare il processo di pace.

Un nuovo studio pubblicato ieri dalle organizzazioni Medici per i diritti umani e l’Organizzazione per la giustizia e la responsabilità nel Corno d’Africa hanno analizzato 304 cartelle cliniche selezionate casualmente e provenienti da centri sanitari nella regione del Tigray: i ricercatori hanno scoperto che si sono verificate almeno 128 aggressioni sessuali da quando è stato firmato l’accordo di pace lo scorso novembre tra il governo federale etiope e i rappresentanti del Tplf.

L’accordo di pace messo fine a una guerra civile durata due anni ma, secondo lo studio, il processo di pace non ha fermato le aggressioni sessuali contro le donne nella regione da parte degli ex-combattenti.

L’accordo di pace, mediato dall’Ua, non include la vicina Eritrea, le cui truppe combatterono a fianco delle forze federali etiopi durante la guerra, ragion per cui i ricercatori ritengono che il numero di casi di stupro campionati nel rapporto sia solo una frazione di quelli effettivamente avvenuti.

Il rapporto afferma che quasi tutti gli aggressori sono stati identificati dalle vittime come membri di un gruppo militare, spesso provenienti dall’Eritrea: il 76% delle vittime hanno riferito di essere state aggredite sessualmente da più uomini, spesso tre o più, e nel 94% dei casi esaminati non è stato utilizzato il preservativo. Alcune donne e ragazze sono state rapite per diventare “schiave sessuali”. 

Condividi

Altre letture correlate: