Etiopia: in Tigray centinaia di civili uccisi a novembre, la denuncia di Hrw

di Valentina Milani
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Le forze eritree avrebbero ucciso centinaia di civili, compresi minori di 13 anni, in un massacro perpetrato a novembre ad Axum, nel Tigray. A pochi giorni dalla denuncia di Amnesty International, è l’Ong Human Rights Watch (Hrw) a lanciare, tramite un rapporto, pesanti accuse sulle truppe di Asmara.

Il primo ministro Abiy Ahmed ha avviato operazioni militari contro la leadership del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), l’allora partito al governo del Tigray, all’inizio di novembre, in risposta agli attacchi del Tplf alle basi dell’esercito federale. Addis Abeba e Asmara hanno sempre negato che l’Eritrea sia attivamente coinvolta nel Tigray.

Secondo la ricostruzione di Hrw, che segue la linea tracciata dal rapporto di Amnesty International, le forze etiopi ed eritree sarebbero entrate ad Axum il 20 novembre dopo bombardamenti “indiscriminati” che hanno ucciso civili. Gli eritrei si sarebbero poi impegnati in “saccheggi diffusi” mentre, secondo il rapporto, le truppe etiopi assistevano.

“Ho chiesto a un soldato, perché non stava facendo nulla: sei etiope e siamo in Etiopia, stai permettendo agli eritrei di farlo – ha detto un testimone citato nel documento -. Mi ha detto: abbiamo bisogno di un ordine dall’alto”.

Il massacro è iniziato il 28 novembre dopo che i membri della milizia del Tigray, uniti da alcuni residenti, hanno attaccato i soldati eritrei, ha specificato il rapporto. Dopo aver chiamato i rinforzi, gli eritrei hanno iniziato a “spostarsi per la città, andando di casa in casa, cercando giovani uomini e ragazzi e giustiziandoli”.

Come Amnesty International, Hrw ha affermato che è impossibile fornire un bilancio esatto delle vittime, ma si stima che “più di 200 civili sono stati probabilmente uccisi solo tra il 28 e il 29 novembre”.

Dalla pubblicazione del rapporto di Amnesty, il governo di Abiy ha affermato che gli investigatori federali stanno indagando su “accuse credibili” di atrocità e abusi anche ad Axum. Ma il governo ha cercato di mettere in dubbio i risultati di Amnesty e l’ha accusata di “rafforzare la disinformazione e la propaganda del Tplf e dei suoi compagni”. Il governo di Asmara ha invece respinto ogni accusa.

Hrw ha chiesto venerdì un’indagine urgente delle Nazioni Unite su possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel Tigray. Ed è quanto è stato chiesto ieri da Michelle Bachelet, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, in considerazione anche dei successivi episodi di violenza, che si sarebbero verificati sia a gennaio che a febbraio: un’indagine “obiettiva e indipendente”, fatta sul campo, per conoscere quali “gravi violazioni dei diritti umani e abusi” sono stati commessi nella regione del Tigray in Etiopia.

“Ci giungono rapporti profondamente angoscianti di violenze sessuali e di genere, esecuzioni extragiudiziali, distruzione diffusa e saccheggio di proprietà pubbliche e private presentate da diverse parti, così come rapporti di continui combattimenti nel Tigray centrale in particolare” ha affermato la Bachelet secondo cui continuano ad emergere “informazioni credibili anche su gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario da parte di tutte le parti in conflitto nel Tigray”.

Secondo quanto riporta un comunicato delle Nazioni Unite, fonti affidabili hanno condiviso informazioni sull’uccisione di otto manifestanti da parte delle forze di sicurezza ad Adigrat, Macallè, Shire e Wukro, nella parte orientale della regione settentrionale, tra il 9 e il 10 febbraio. E tra dicembre e gennaio, più di 136 casi di stupro sono stati segnalati anche negli ospedali. Il governo di Addis Abeba ha detto che sono in corso indagini sui casi di violenza sessuale.

Nel frattempo, l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr) è riuscito a confermare le informazioni su alcuni degli incidenti verificatisi lo scorso novembre, che indicano bombardamenti indiscriminati nelle città di Macallè, Humera e Adigrat nella regione del Tigray, e rapporti di gravi violazioni dei diritti umani e abusi a Axum e a Dengelat, nel Tigray centrale, dalle forze armate eritree, comprese le uccisioni di massa. “Un’analisi preliminare delle informazioni segnala che gravi violazioni del diritto internazionale, che possono equivalere a crimini di guerra e crimini contro l’umanità, potrebbero essere state commesse da più parti in conflitto”, osservano i responsabili delle Nazioni Unite. L’Ohchr ha indicato come possibili responsabili le forze armate etiopi, il Fronte di liberazione popolare del Tigray, le forze armate eritree e le milizie affiliate.

“Con più attori nel conflitto, smentite diffuse e accuse reciproche, c’è una chiara necessità di una valutazione obiettiva e indipendente di questi rapporti” ha dichiarato Bachelet. “Alle vittime e ai sopravvissuti di queste violazioni non devono essere negati i loro diritti alla verità e alla giustizia” ha aggiunto, esortando quindi il governo a concedere all’Ohchr e ad altri osservatori indipendenti l’accesso alla regione, per accertare i fatti e contribuire alla responsabilità, “indipendentemente dall’affiliazione dei responsabili”.

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