Dall’Italia a Freetown in bici, “per dare visibilità a chi in Africa lavora per gli altri”

di claudia

Da Milano a Freetown in bici, pedalando. Un viaggio che sembra un sogno, ma sta per diventare realtà ed è l’itinerario del giornalista Roberto Peia, 67 anni, milanese e fondatore di Upcycle, caratteristico bistrot cittadino per appassionati di bici e non, primo nel suo genere in Italia. Dietro questa avventura c’è un intento solidale, come racconta lui stesso nel suo blog “Peia Pedala” dove ha lanciato una raccolta fondi

Alle spalle diversi viaggi in bici tra Italia ed Europa, ma questa volta la sua destinazione sarà più lontana, all’insegna della solidarietà. Roberto Peia, giornalista sessantasettenne, oggi in pensione, a metà settembre inizierà un emozionante viaggio e lo farà pedalando per almeno seimila kilometri, partendo dal comune di San Donato Milanese, direzione Freetown. L’itinerario prevede diverse tappe. Dopo aver attraversato in autosufficienza, con solo l’ausilio della sua bici, la costa Francese e Spagnola, il giornalista si imbarcherà alla volta del Marocco, dove il suo viaggio procederà in bicicletta sulla costa atlantica nel Sahara occidentale, Mauritania.

Attraversato tutto il Senegal entrerà finalmente in Sierra Leone, dove ad aspettarlo ci sarà il primo degli ospedali di Medici con L’Africa CUAMM. Peia ha in programma di non fermarsi qui e di continuare il viaggio per visitare altri cinque ospedali dell’Associazione, con l’idea di raccontare queste realtà e portare le persone a donare.

Il suo obiettivo è quello di offrire visibilità anche ad altre due associazioni: “Senegol” che, come si legge dal sito “si adopera per migliorare le condizioni di vita dell’infanzia in Italia e in Senegal riconoscendo allo sport un ruolo importante per il benessere psicofisico di bambini e adolescenti” e la ong World Bicycle Relief, di cui Peia è fondatore, impegnata nel donare biciclette in molti Paesi del continente per chi ne ha necessità.

Condividi

Altre letture correlate: